Volo di fantasia a guida autonoma
BizTravelForum 2018. "Bigger or faster" è il titolo, il tema dell'edizione. Quell' "or" mi incuriosisce: io avrei detto "and", molto più in linea con i tempi che... corrono. Assisto alla "plenaria", la conferenza di apertura, e capisco che ci sono cascato. Quell' "or" nient'altro è se non uno specchietto per le allodole, una civetta, un artificio retorico messo lì proprio per attrarre l'attenzione. Dopo le prime battute, infatti, l' "or" diventa, per forza di cose, un "and" e vissero tutti felici e contenti.
In una scenografia da grandi occasioni, i relatori e le proiezioni sul mega schermo alle loro spalle snocciolano, tra gli altri, i dati relativi all'impatto dell'eCommerce sul settore. Inutile a dirsi, sono impressionanti.
Tornato a casa, riguardo gli appunti presi e mi parte la fantasia (banale deformazione professionale).
Siamo nel duemila-e-un-qualcosa, ma un qualcosa non poi così distante nel tempo.
Suonano alla porta: sollevo la testa e chiedo al mio assistente vocale – interattivo e intelligente fino a diventare a volte saccente, petulante e invadente – di occuparsi del visitatore.
Dopo un attimo entra un fattorino-robot che mi consegna i documenti del mio prossimo viaggio. Sì, lo so, tutto mi è già arrivato da tempo via posta elettronica, ma è una mia piccola debolezza: adoro questo servizio, un po' vintage, che offre la mia agenzia di viaggio. I dépliant su carta patinata da 270 grammi con le foto in quadricromia, l'etichetta NFC e l'adesivo della geolocalizzazione per il bagaglio (gli aeroporti non sono cambiati mica troppo ancora), il borsellino brandizzato in plastichina morbida, eccetera.
È stata l'Intelligenza Artificiale a decidere. Evidentemente era giunto per me il momento di prendermi una pausa. Lei è l'unica che mi capisce davvero!
Conosce i miei gusti e i maggiori interessi del momento: li desume analizzando le mie ricerche onLine e le interazioni sui Social. È al corrente di tutti i miei impegni, li ricava incrociando le mie agende, quella personale e quella professionale. Ha anche già parlato con il mio ufficio, o meglio con il bot del mio referente, per concordare i giorni esatti del periodo di ferie. Sicuramente ha anche spostato qualche appuntamento non inderogabile, contattando i rispettivi bot e combinando per una nuova data.
L'Intelligenza Artificiale ha poi selezionato i miei compagni di viaggio. O meglio, ci ha selezionati, andando a rovistare nei Big Data relativi alle nostre preferenze e ai nostri comportamenti, per raggrupparci tra profili il più matching possibile. Saremo le persone giuste sedute vicine sull'aereo, sul pullman negli spostamenti, ai pasti, eccetera. Un po' come fa quell'altro servizio che, se una sera ho voglia di uscire ma sono solo perché i miei contatti sono già tutti impegnati, mi trova una compagnia compatibile con i miei interessi e l'umore del momento. Basta però un feedback negativo, un dislike e gli algoritmi si mettono immediatamente al lavoro per correggere l'errore per la prossima volta.
Tornando al viaggio, è stato scelto naturalmente anche in base alla mia attuale capacità di spesa. L'Intelligenza Artificiale gestisce il mio conto corrente e tutte le carte, quindi conosce il mio reddito annuo e qual'è l’incidenza delle uscite mensili ricorrenti degli ultimi enne anni, considerate - con lungimiranza predittiva - anche le spese straordinarie tipo, per capirci, la ritinteggiatura dei vani scale.
Conosce il mio stato di salute e sa se devo effettuare a breve una qualche visita medica specialistica a pagamento (sotto questo profilo però sono tranquillo ché il dentista l'ho già saldato il mese scorso). Conosce lo stato di anzianità del mio parco beni più o meno durevoli, dall'abbigliamento agli elettrodomestici, e quindi sa anche se è prossimo un qualche acquisto importante (...forse la lavatrice, ma spero che me la lasci tenere ancora per un po').
A proposito, c'è l'automobile! Mi ha detto (l'automobile) che c'è stato un richiamo dalla casa madre per un controllo non ho capito bene dove né a che cosa. Ma tanto ha già preso lei (sempre l'automobile) l'appuntamento con il concessionario, incrociando le nostre agende, gioco forza accessibili a entrambi. Io dovrò solo portargliela il giorno stabilito.
Anzi, visto che è un modello a guida autonoma, ci può andare da sola. La mattina mi porta in ufficio (sì lo so, che c'è lo smart-working, ma siamo in Italia e certe cose faticano più di altre ad affermarsi), mi lascia davanti all'ingresso e se ne va. Però, a pensarci bene, un'automobile ferma per 6, 7, 8 ore, posteggiata in strada sotto un ufficio, non serve a nulla. Essendo driverless, smart e connessa, potrebbe piuttosto organizzarsi autonomamente per offrire soluzioni di mobilità e servizi di trasporto a persone e piccoli carichi, contribuendo così al bilancio familiare, magari anche solo con crediti per la fruizione di altri servizi offerti dalla stessa piattaforma di AI che gestisce gli impegni della macchina stessa. Certo, così scomparirebbero i taxi e milioni di persone in tutto il mondo perderebbero il lavoro. Ma, per contro, avremmo molto meno traffico e di conseguenza meno inquinamento urbano. Per non parlare della facilità di posteggio.
La mia auto poi, finto il controllo e terminati i suoi proficui giri autonomi a pagamento, passa a riprendermi in ufficio all'ora giusta. A meno che non sorga qualche problema e debba essere trattenuta più del previsto. In quel caso, riceverei un messaggio con tutti i dettagli relativi all'invio di un'auto sostitutiva, scelta sempre in base alle mie preferenze che, come assodato, sono di dominio pubblico.
Ma, scusate, perché allora dovrei avere un'auto "mia"? Non si può immaginare un servizio che coniuga carsharing, taxi e dolmuş turco? Pago un'agenzia che, in funzione dei miei bisogni – leggi degli appuntamenti nella mia agenda, ormai a disposizione di cani e porci –, mi fornisce un servizio di pick-up dal punto di partenza fino a destinazione, modulando il percorso anche in base alle prenotazioni di altri utenti che hanno richiesto un transfer compatibile, per direzione e orario, con il mio. Raccoglie lungo la strada altri viaggiatori e li lascia man mano alle loro rispettive mete. Si potrebbero anche incontrare così delle persone interessanti, magari; oppure dei cafoni, chissà. Dipende dai casi. Ma il caso non esiste perché l'Intelligenza Artificiale può intervenire anche in questa circostanza e aggregare, laddove possibile, utenti con il profilo compatibile, come appunto per il gruppo turistico di un viaggio organizzato. Tutto a garanzia di un esperienza di viaggio ottimale.
Il suono del citofono mi strappa dal mio fantasticare e torno nel 2018.
Mi alzo dalla scrivania; lo so già chi è. Purtroppo non è un fattorino-robot che mi porta un bel biglietto per Reykjavík, tour dell'Islanda, 14 giorni, aurora boreale inclusa. Sto soltanto aspettando il tecnico della linea telefonica: ironia della sorte non mi funziona più Internet! Altro che Intelligenza Artificiale...
Leggi anche: Chi sono io? Te lo dice IdentitApp