Un libro è per sempre

05/10/2020 10:57

C’era una volta un tempo in cui i mezzi di comunicazione di massa assolvevano ognuno a un proprio compito preciso. La radio annunciava, la televisione mostrava e la stampa (quotidiana o periodica) approfondiva; una semplice classificazione che da una parte trovava la propria ratio nei limiti tecnologici del tempo e dall’altra delimitava specificità sostanziali. Un inviato e un telefono a gettoni bastavano per realizzare un servizio radiofonico in diretta, mentre per la televisione la questione era – ed è ancora – ben più complessa: entra in gioco il concetto di “regia” nel confezionamento del messaggio. Per la carta, poi, bisogna sempre e comunque aspettare quantomeno il giorno dopo. A ognuno il proprio modo di produrre la notizia. A ognuno il proprio pubblico. A ognuno i propri riti, liturgie e modi d’uso.

 

Web e media

L’arrivo di Internet scardina questo paradigma consolidato. La rete offre contenuti in tempo reale, potenzialmente sempre aggiornati e, volendo, anche subito approfonditi (approfondibili) e commentati (commentabili), in formato testo e audio-video. E disponibili On Demand, cioè in qualsiasi momento l’utente li richieda. Anche in questo caso è una questione di tecnologia che modella il mezzo e ne identifica le prassi di fruizione. Il processo produttivo (acquisizione, trattamento e distribuzione) nel web avviene infatti in tempo reale. Questo permette tempestività, rapidità, economicità, abbondanza e trasversalità nei temi; persino democratizzazione, tanto nell’accesso quanto – per la prima volta – nella produzione.

 

Andate e contaminatevi

I media tradizionali, giocoforza, si adattano ai tempi e si contaminano con la tecnologia digitale. Cambiano il loro rapporto con il pubblico e la loro funzione. Nascono la radiovisione e le dirette Facebook dei programmi radiofonici. La televisione diventa tematica e multiscreen, incrociandosi con i Social. Il quotidiano, all’insegna del Digital First, si reinventa portale informativo, mentre su carta scende nel campo dell’approfondimento, insieme e in concorrenza alle pubblicazioni periodiche.

 

E il libro?

Il mezzo che più degli altri soffre dell’allontanamento di ampi segmenti del proprio pubblico, incapace ormai di leggere e comprendere più di dieci righe tutte assieme, tutte sullo stesso argomento, il libro cosa fa? Il libro continua come sempre a raccontare storie. Non solo storie, ma anche La Storia e le Grandi Storie. Non solo gli uomini, ma anche l’Uomo e i Grandi Uomini (e donne naturalmente!). E i valori, i pensieri, le opinioni… Il libro entra in scena quando gli spazi e i tempi del web non bastano. Quando la cultura si accorge di non poter vivere di sola Internet. Quando l’approfondimento necessario a sostenere la conoscenza o ad accendere la passione, va oltre un primo momento di attenzione ed emozione. Oltre il post a effetto o l’impatto di un’immagine su Instagram. Ancora una volta è la forma del mezzo a decretarne la funzione. È la tecnologia, che questa forma modella e orienta, a stabilire i contenuti ideali da veicolare e i modelli d’uso da sollecitare.

 

Libro e digitale

Anche il libro, per sopravvivere, ora si vede inevitabilmente costretto a contaminarsi con il digitale e nella sua declinazione eBook ad affrontare, pagina dopo pagina, tutte le criticità legate alla lettura su schermo di testi lunghi. Dal maggiore sforzo richiesto per mantenere una lettura lineare, fino all’impossibilità di sfruttare la memoria visiva per ritrovare porzioni di testo in base alla loro posizione nella pagina, passando per la difficoltà di comprendere l’intera lunghezza del testo e quindi di mantenere sempre il giusto livello di attenzione. In senso più generale, l’applicazione in editoria di soluzione tecnologiche avanzate, permette una semplificazione e, di conseguenza, un’accelerazione nel processo che dall’idea (o dal personaggio) arriva fino allo scaffale (o al download).

Uno sviluppo che permette al libro, nel bene e nel male, di rimanere allineato alla contemporaneità.

  • Affrontando l’aumento esponenziale dei contenuti diffusi per via tecnologica che ha reso l’attenzione umana un bene raro, il gusto una categoria sempre più volatile e la superficialità un male necessario.
  • Andando incontro all’endemica diminuzione di pazienza che l’abitudine ad avere tutto e subito impigrisce, specialmente le generazioni più giovani.
  • Sostenendo la velocità del nostro essere sempre connessi, che ha ucciso la riflessione e che paghiamo in termini di qualità, specialmente in termini di qualità attesa.

 

Il futuro della comunicazione

È transmediale, crossmediale e necessariamente organizzato in sistemi sovrapposti, coinvolti in un delicato gioco di equilibri tra concorrenza e sinergia. Un grande melting pot mediatico che impone un approccio “ecologico” in grado di assicurare a ogni singolo elemento il rispetto delle specificità e dei punti di forza che lo rappresentano, in ogni momento.

 

E il futuro del libro?

È nelle nostre mani, più che mai in questi mesi di ripartenza, quando ancora molte attività al dettaglio faticano a mettere insieme il pranzo con la cena. Compriamo libri ora! Diventiamo ambasciatori del libro. Sarebbe bello riuscire a condividere e trasmettere l’amore per il libro ma è difficile. Più facile – e in fondo più realistico – educare all’uso del libro, a un suo corretto impiego anche in questo tempo digitale.
Quanto meno per non perdere una sapienza e delle abilità che, seppur legate all’uso di tecnologie obsolete, non smettono di rappresentare un valore aggiunto nel nostro catalogo di capacità cognitive, logiche e infine anche di analisi del mondo e delle sue cose, vecchie e nuove.

 

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