Cara vecchia televisione del futuro

16/11/2017 10:27

Mentre l'Osservatorio Social TV raccoglie le idee per il report 2017/18, noi proviamo a ragionare sui risultati 2016/17. Televisione tradizionale e televisione del futuro, Streaming, Multiscreen, Social, App, fruizione aumentata, Audience Journey, engagement, merchandising e molto altro.

Televisione e altri media
In un ecosistema mediale sempre più affollato di proposte e contenuti, la televisione tiene, anzi guadagna terreno, conquistando tempi e attenzione da parte di un’audience sempre più contesa da un'industria mediale fortemente competitiva. La tv rimane un potente ed efficace medium in grado di costruire narrazioni e creare eventi che “non si possono mancare” e che il pubblico ha imparato a vivere in maniera espansa, attraverso pratiche di fruizione che superano i limiti del programma tv tradizionale.
Facilmente accessibile da diversi device, in streaming e in mobilità, la tv offre nuove opportunità di visione modulabili, componibili e "fai da te", intorno cui le audience adottano rituali di consumo fortemente personalizzati.
Al frazionamento dell’audience, a cui l’incremento dell’offerta in termini di numero di canali ci ha già abituato, ora si affianca un ritmo di fruizione frammentato e momentaneo, che moltiplica le modalità di consumo intorno ai singoli programmi.

Il premio è alla fine un'esperienza televisiva:

  • più ricca appendici accessorie e complementari;
  • ininterrotta, anche perché slegata dai confini fisici delle mura domestiche, indipendente dall'apparecchio televisivo tradizionale e sganciata dalla scansione del palinsesto televisivo.

L'Audience Journey
In questa prassi di contaminazione tra media e di multiscreening, l’Audience Journey prevede una riallocazione delle risorse di tempo e di attenzione da parte delle audience. Una sorta di specializzazione dei diversi device rispetto a pratiche di visione ibride e complementari, più che tra di loro opzionali. In estrema sintesi cioè:

  • smartphone e tablet per la visione al di sotto dell’ora;
  • PC tra 1 e 2 ore;
  • TV oltre le 2 ore.

La fruizione aumentata
L’audience ha inoltre imparato a gestire e a godere sia dei flussi televisivi promossi dai broadcaster, sia degli UGC diffusi o condivisi dagli stessi utenti. Entra ed esce dalla fruizione televisiva per espandere l’esperienza di consumo oltre la visione, attraverso interazioni personalizzate e in tempo reale, costruite intorno al contenuto trasmesso. Sotto questo profilo, le piattaforme Social e le App di Istant Messaging fanno la parte del leone. Lo studio infatti ci dà la conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, dell’esistenza di una fruizione dei contenuti televisivi costantemente agganciata al flusso dei Social.

Un insieme di attività che vengono intraprese:

  • per soddisfare il bisogno di appartenenza alla community che si riconosce nel contenuto televisivo;
  • per dare il via a una narrazione parallela al testo televisivo che rappresenta un’appropriazione e una partecipazione, simbolica ma anche funzionale e materiale, al programma (commenti su Twitter o via WhatsApp, screenshot su Instagram, clip su YouTube ecc.);
  • per leggere, condividere e commentare le opinioni proprie e altrui sul programma, i personaggi o gli attori, le storie e i temi proposti;
  • per verificare o approfondire le informazioni fornite dal programma, per cercare dettagli sui prodotti e i brand pubblicizzati ed eventualmente procedere anche a un acquisto.

E che possono essere sfruttate:

  • per innescare fenomeni di fidelizzazione ed engagement nei confronti del programma, offrendo la possibilità di accesso in modalità privilegiata a contenuti extra ed esclusivi o attraverso la partecipazione a concorsi a premi, occasioni di gioco e di voto;
  • per invitare all’acquisto di gadget e materiali ufficiali legati al singolo titolo o di beni e servizi in product placement.

Una direzione difficile da immaginare
Un’altra impressione, già ampiamente condivisa dagli operatori e che lo studio conferma, riguarda il rapporto inversamente proporzionale che intercorre tra l’età dello spettatore e la sua propensione a queste modalità di fruizione aumentata. Infatti, nelle fasce di utenza più agée, si registra ancora un’ampia incidenza del setting tradizionale “tv+divano” (ben il 60% del campione!). D’altro canto, altrove si osservava come i palinsesti della TV generalista siano l’impietoso specchio dell'anzianità della popolazione nazionale. Quindi c’è ancora più di qualcuno che, dopo cena, raggiunge rapidamente la fase ipnagogica e si addormenta davanti al Grande Fratello VIP per risvegliarsi enne ore dopo, nel cuore della notte, davanti all’ennesima replica di Mork e Mindy.
Esaurita però un giorno questa sacca di incrollabili resistenti, se non altro per banali questioni anagrafiche, che “forma” assumerà allora la televisione? E per quanto tempo riuscirà a mantenerla sostanzialmente inalterata, prima che un nuovo paradigma tecnologico ne scardini le fondamenta?
Anche in questo caso, come in molti altri aspetti della nostra contemporaneità, la direzione è sempre più difficile da immaginare.

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