Tecnologie: utopia di compatibilità
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Corrado Calza | giornalista | #CES | #InternetOfThings | #ArtificialIntelligence | #Cloud | Tecnologie collaborative | #Driverless
Questo non è un testo SEO. Per leggerlo bastano circa 4 minuti. Buona lettura...
Le forme elementari e i materiali semplici di un gioco antico per sfuggire ai nostri quotidiani disaccordi complicati. Attacchi, spinotti, prese, adattatori e connettori non vanno sempre d’accordo? Ci salveranno l’Internet delle cose, l’intelligenza artificiale, il cloud e le tecnologie collaborative. A bordo di un automobile driverless.
Un breve siparietto
Attraverso la porta dell'ufficio vedo far capolino un cellulare, poi un braccio, poi tutto il resto della Gina.
«Andrea, per piacere, mi dai il tuo coso che ho il telefonino scarico?»
«Ehm, non so se ci entra. Dipende dalla tua presa. Fammela vedere e speriamo che vada bene.»
Alzo la testa dalla pila dei quotidiani della rassegna stampa incuriosito da quel dialogo involontariamente licenzioso. Sorrido fra me e me, vergognandomi un poco per quell'eccesso di goliardia, e osservo quasi con tenerezza la scena dalla mia scrivania un poco distante. Lo sguardo sconsolato di Andrea, davanti all'evidente impossibilità di collegare il cellulare della collega al proprio caricatore, e il gesto indispettito della Gina, rammaricata di doversi rivolgere altrove. Un po' Andrea le piace, lo sappiamo tutti in azienda.
Torno a leggere il giornale.
L'articolo assicura che il prossimo traguardo dell'Internet of Things è l'intelligenza artificiale nel cloud, ma io già mi immagino insanabili conflitti tra protocolli che impediscono alla lavatrice di dialogare con l'asciuga biancheria di una marca concorrente, che a sua volta non riesce ad avviare il programma di risparmio energetico perché non è più in grado di dialogare con il frigorifero, nonostante siano del medesimo produttore, a causa del firmware ormai obsoleto e non più aggiornabile. E questo solo per circoscrivere la débâcle all’ambito domotico e agli elettrodomestici smart.
La soluzione corre su un’auto a guida autonoma
IoT, AI e cloud? Ma dove vogliamo andare che non sappiamo ancora metterci d'accordo nemmeno sulla compatibilità tra i più comuni accessori come prese e spinotti! Quando la smetteremo di metterci i bastoni fra le ruote da soli per proteggere interessi di parte e rendite di posizione, nascondendoci dietro presunti problemi tecnici, segreti industriali o questioni di sicurezza?
E dov’è l’Europa in questo scenario? Il sistema Europa. Lo strategico ruolo di leadership e di coordinamento che dovrebbe assumere su di sé.
L’articolo che leggo subito dopo però apre uno squarcio di luce davanti ai miei occhi. È l’ennesimo servizio che ripercorre i giorni del Consumer Electronics Show di Las Vegas e analizza l’accordo tra un gigante dell’automotive e un colosso del web per lo sviluppo di sistemi di trasporto a guida autonoma. Lo stanziamento di risorse finanziarie è impressionante e risulta inoltre chiaro fin da subito che sarà destinato alla creazione in primo luogo di infrastrutture in grado di garantire efficienza e specialmente sicurezza, grazie a un’assoluta interoperatività. Un ecosistema di servizi digitali, un'interconnessione indirizzabile univocamente, basata su protocolli di comunicazione standard, capace di gestire tipologie di traffico eterogenee e ottimizzate sul piano della copertura geografico-territoriale.
Ok, penso: i soldi non fanno la felicità, come si dice, ma qui sembra proprio che aiutino a mettere tutti d’accordo.
Un gioco semplice e antico
A sera torno a casa e con la sconfinata ammirazione – ammettiamolo: un poco ebete – del buon padre orgoglioso, guardo la mia leonessa bionda mentre gioca. In mano ha un un cubetto colorato da infilare nella scatola di legno attraverso la fessura della forma giusta. Chissà, forse davvero nel suo domani tutti i cubi andranno al loro posto senza fare tante storie!