Siamo tutti uguali?
Siamo tutti uguali (davanti alla legge) sta scritto in ogni aula di tribunale del nostro Paese. In realtà la cronaca smentisce quotidianamente questo sacro assunto e gli avvocati sono i primi ad ammettere l'ancor più universale e sempiterno valore del Comma 5: “Chi ha i soldi vince”.
Siamo tutti uguali (davanti a Dio) dice la Chiesa. In realtà ogni Dio e ogni Chiesa ha le proprie “uguaglianze” e alla fine tutto si riduce a una questione di fede.
Scusate se la metto giù così facile, ma non è questo né il luogo né il momento per addentrarsi in complesse questioni teologiche.
Siamo tutti uguali (tra gli scaffali di un supermercato) sostiene la produzione di massa. In realtà c'è chi già da tempo paventa la scomparsa della “clientela” e denuncia come segmentazione, profilazione e Big Data mining stiano portando a un commercio per serie limitate. Le cover dei telefonini o gli sticker da appiccicare sugli accessori di cartoleria per la scuola che personalizzano il prodotto sono, secondo alcuni, solo i primi timidi segni di una polverizzazione delle economie di scala che l'introduzione delle stampanti 3D porterà a definitivo compimento.
Siamo tutti uguali (in ogni angolo del mondo) è il principio su cui si fonda la globalizzazione. In realtà anche solo a guardare oggi il nostro piccolo orticello europeo, l'ondata di nazionalismo e di populismo che attraversa le reazioni scomposte e disomogenee dei diversi paesi dell'Unione alle questioni comunitarie sembra dimostrare l'esatto contrario.
Siamo tutti uguali (nel bisogno di aderire a un modello unico, indifferenziato ma forte e condiviso) come vuole la mediocrazia. In realtà esiste un (non-) luogo dove molti – potremmo dire ormai praticamente tutti – si incontrano per esprimere la propria diversità. Liberamente, superando ogni convenzione sociale. Un terreno comune dove qualcuno può – nel bene e nel male – persino inventarsi di essere qualcun altro da sé: la rete, i Social. Certo è uno spazio livellante, che ha fatto della rapidità il proprio aspetto di maggior senso e che obbliga quindi a forti semplificazioni; dove gli spazi di manovra possono apparire limitati e soffocati, all'interno di formati e griglie precostituite. Ma oggi si vive di tattica piuttosto che di strategia, di governance invece che di politica e sempre più di obbiettivi a breve termine, quindi saranno i dettagli a salvarci e, a pensarci bene, questa cosa dei dettagli potrebbe anche non dispiacermi affatto. La trovo stimolante.
Siamo tutti uguali (nel bisogno di aderire a un modello unico, indifferenziato ma forte e condiviso) come vuole la mediocrazia. In realtà esiste un (non-) luogo dove molti – potremmo dire ormai praticamente tutti – si incontrano per esprimere la propria diversità. Liberamente, superando ogni convenzione sociale. Un terreno comune dove qualcuno può – nel bene e nel male – persino inventarsi di essere qualcun altro da sé: la rete, i Social. Certo è uno spazio livellante, che ha fatto della rapidità il proprio aspetto di maggior senso e che obbliga quindi a forti semplificazioni; dove gli spazi di manovra possono apparire limitati e soffocati, all'interno di formati e griglie precostituite. Ma oggi si vive di tattica piuttosto che di strategia, di governance invece che di politica e sempre più di obbiettivi a breve termine, quindi saranno i dettagli a salvarci e, a pensarci bene, questa cosa dei dettagli potrebbe anche non dispiacermi affatto. La trovo stimolante.Siamo tutti uguali (davanti alla legge) sta scritto in ogni aula di tribunale del nostro Paese. In realtà la cronaca smentisce quotidianamente questo sacro assunto e gli avvocati sono i primi ad ammettere l'ancor più universale e sempiterno valore del Comma 5: “Chi ha i soldi vince”.
Siamo tutti uguali (davanti a Dio) dice la Chiesa. In realtà ogni Dio e ogni Chiesa ha le proprie “uguaglianze” e alla fine tutto si riduce a una questione di fede. Scusate se la metto giù così facile, ma non è questo né il luogo né il momento per addentrarsi in complesse questioni teologiche.
Siamo tutti uguali (tra gli scaffali di un supermercato) sostiene la produzione di massa. In realtà c'è chi già da tempo paventa la scomparsa della “clientela” e denuncia come segmentazione, profilazione e Big Data mining stiano portando a un commercio per serie limitate. Le cover dei telefonini o gli sticker da appiccicare sugli accessori di cartoleria per la scuola che personalizzano il prodotto sono, secondo alcuni, solo i primi timidi segni di una polverizzazione delle economie di scala che l'introduzione delle stampanti 3D porterà a definitivo compimento.
Siamo tutti uguali (in ogni angolo del mondo) è il principio su cui si fonda la globalizzazione. In realtà anche solo a guardare oggi il nostro piccolo orticello europeo, l'ondata di nazionalismo e di populismo che attraversa le reazioni scomposte e disomogenee dei diversi paesi dell'Unione alle questioni comunitarie sembra dimostrare l'esatto contrario.
Siamo tutti uguali (nel bisogno di aderire a un modello unico, indifferenziato ma forte e condiviso) come vuole la mediocrazia. In realtà esiste un (non-) luogo dove molti – potremmo dire ormai praticamente tutti – si incontrano per esprimere la propria diversità. Liberamente, superando ogni convenzione sociale. Un terreno comune dove qualcuno può – nel bene e nel male – persino inventarsi di essere qualcun altro da sé: la rete, i Social. Certo è uno spazio livellante, che ha fatto della rapidità il proprio aspetto di maggior senso e che obbliga quindi a forti semplificazioni; dove gli spazi di manovra possono apparire limitati e soffocati, all'interno di formati e griglie precostituite. Ma oggi si vive di tattica piuttosto che di strategia, di governance invece che di politica e sempre più di obbiettivi a breve termine, quindi saranno i dettagli a salvarci e, a pensarci bene, questa cosa dei dettagli potrebbe anche non dispiacermi affatto. La trovo stimolante.