I numeri parlano da soli! Infatti nessuno li ascolta

30/03/2020 15:56

La metropolitana è praticamente vuota. Ormai l’ora di punta è passata e ci sono solo due donne con la mascherina sedute molto distanti tra loro. Il treno si ferma, si aprono le porte e un giovane numero entra nella carrozza parlando al telefono a voce alta. Si è messo la mascherina sulla fronte per farsi sentire meglio e non solo dal suo diretto interlocutore. È visibilmente alterato e non fa un granché per dissimulare il proprio stato.

«…Sì, i polli di Trilussa che tu ne mangi due e io nessuno ma per la statistica ne mangiamo uno a testa. Però non è questo che volevo…»

Io sono un po’ delicato su certe cose. Se ho qualcuno vicino che parla ad alta voce, faccio fatica a concentrarmi. Così finito l’articolo che sto leggendo mi limito a sfogliare il giornale e, inevitabilmente, ad ascoltare il numero che parla.

«…Aha! …Capis… (pausa) ...No guarda, dico soltanto che è tutta colpa vostra. Colpa di voi parole che ci interpretate. Hai capito? Ci interpretate! Ma chi siete? Cosa volete? Ci prendete e ci rivoltate come cazzo vi pare, per i vostri interessi. Che poi la gente non capisce più niente… (pausa) …E certo, quello sto dicendo, ok? Che è colpa vostra se abbiamo gli assalti ai supermercati… (pausa) …Bravo. Ma quando voi vi mettete a spiegare le statistiche è una tragedia! Continuate a raccontare che l’Italia è il paese con il maggior numero di contagiati e che subito dopo c’è la Spagna. Giusto e massimo rispetto per la gente che soffre, ma chi se ne frega del numero così. Non significa niente. Fa solo impressione e basta. Dimmelo in rapporto per esempio agli abitanti. E qui vengono fuori le sorprese. Gli oltre 86 mila contagiati italiani rappresentano lo 0,14% della popolazione, ok? Ok. Millesimo più millesimo meno, lo stesso valgono anche i 64 mila contagiati della Spagna. Ma anche i soli 12 mila della Svizzera! (*) Solo che dire: “86 mila” fa molta più scena che dire: “12 mila”. E figuriamoci dire: “0,14”. Capisci come cambia, cazzo? Noi numeri siamo “0,14%”, voi parole siete “ottanta-sei-mila-persone”. Il suono è diverso, lo senti o no?… (pausa) …O capito che questi qui o li fai cagare sotto o ti vanno fuori a correre in compagnia, però…»

(pausa più lunga)

«…Ok, allora pensa al famoso tasso di letalità, che tutti confondono col tasso di mortalità. Ogni paese dice quello che gli pare e sai perché? Semplicemente perché: uno, confondono i due termini e: due, perché al denominatore ci mettono quello che vogliono. I positivi, gli infetti, gli asintomatici, i pre-sintomatici, i sintomatici gravi, i falsi sintomatici, i falsi positivi, i falsi negativi o la somma di tutti. E invece le formule sono precise: il tasso di mortalità è deceduti su popolazione, mentre il tasso di letalità è deceduti su malati. Anche perché il numero dei positivi e dei portatori sani non lo conosci e non è che allora te lo inventi così come ti comoda, ok? Cazzo, siamo numeri! Noi non inventiamo nulla. Noi rappresentiamo, che è un’altra cosa… (pausa) …Ma dai, che vi siete inventati anche il Fatality Rate per far quadrare i conti. Ma scherziamo?…»

Mmmh, pausa più lunga. Mi sa che quest’ultimo affondo è giunto a segno dall’altra parte.

«...No, non sto facendo la vittima, ok?… (pausa) …Com'è che dite? “I numeri parlano da soli”, già perché noi basteremmo così come siamo. Ma le statistiche sono invisibili, sono gli aneddoti che sono rilevanti… (pausa) ...Noi numeri non siamo emozionanti. Siamo difficili, ostici. La matematica la odiano tutti, fin da bambini, come il minestrone di verdure, ok? Siamo astratti, specie se alti. Donald Trump ha stanziato due-mi-la-mi-li-ar-di. Te lo sai quanto cazzo sono due-mi-la-mi-li-ar-di?...»

E tre, anzi quattro forse! Evidentemente non si rende conto che sta praticamente urlando. È troppo impegnato ad aggredire il proprio interlocutore, che riconosce nell’immagine di sé riflessa nel vetro del finestrino. Non si accorge dei nostri sguardi ormai sfacciatamente puntati su di lui; la signora seduta dall’altra parte della carrozza alza un sopracciglio sconsolata.

«…Riesci a vederli 2 mila miliardi, una banconota sull’altra, intendo? Sai scriverlo? Quanti zeri ci metti?… (pausa) ...Lo sapevo. Senza contesto, una narrazione, noi numeri stiamo lì e parliamo da soli. Ci vuole qualcuno che ci racconti, ok? Peccato che oggi qualunque cazzone apre la bocca e spinge e tira fuori un bel discorso pieno di fuffa… (pausa) ...Oh sì, certo che ti faccio un bell’esempio. Te ne potrei fare mille. Non so… Pensa a quando senti dire che “la borsa ha raggiunto il valore più basso dal 1975”, ok? Perché dal 1975? E prima? È sempre stato meglio? No, perché altrimenti dicevano “da sempre”. Allora quando è stato il picco precedente. Magari mi serve per individuare delle ciclicità, una tendenza. E invece no: “dal 1975”. Cazzo, mi fa diventare matto ‘sta roba. È inutile, non si capisce…»

(pausa più lunga)

«...Ho capito che bisogna stringere. Lo so che ormai nessuno riesce a leggere e capire più di dieci righe in fila. Ti capisco benissimo: è lo stesso problema che abbiamo noi, ma da mo’, ok? Nessuno ha mai letto tabelle di numeri, così per diletto, due palle… (pausa) …Sì, sì. Certo, ma ci manche… (pausa) ...Ovvio che ci sono anche dei bravi divulgatori che fanno bene il loro mestiere… (pausa) …Sì, ho sentito anch’io: i giornali, la televisione. Dici che la gente ha ripreso davvero a capire di chi fidarsi? Boh, sperem’ ben.»

Il numero si gira e si avvicina alle porte preparandosi a scendere.

«...No, della politica per carità non ne parliamo. Quando ci sono le elezioni tutti vincono sempre, anche davanti alla più umiliante débâcle. Ma quella, più che interpretare i numeri, è arte retorica, diciamo così. È un altro mondo e io non ci metto becco, ok? Aristotele e tutti gli altri…»

Sibilo pneumatico, le porte si chiudono e il treno riparte.

Meno male che se n’è andato. Ora posso tornare a leggere il giornale per le fermate che ancora mi restano. Però aveva ragione: i numeri parlano da soli. Già. Infatti nessuno li ascolta… No, non è vero. Io ne ho ascoltato uno fino ad adesso. Ma poi sono tornato a leggere il giornale che però è fatto di parole. Sarà un caso?

 

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