Lei è già nostro cliente?

03/10/2016 23:31

Il mio PC è intasato di cookies che scelgono quali annunci pubblicitari far apparire in base alle mie navigazioni più recenti.

Google filtra i risultati delle nuove ricerche confrontandoli con le mie scelte precedenti, forse perché mi considera un inguaribile abitudinario. Nella stessa maniera, Amazon indovina i miei gusti e mi suggerisce altri prodotti da ordinare grazie a un algoritmo che incrocia il comportamento d’acquisto tra clienti con profilo simile.

I siti di petizioni onLine, fatto ancora più inquietante, conservano preziosi indizi delle mie tendenze politiche e delle forme del mio impegno sociale, che se ci fosse ancora George Orwell ne sarebbe entusiasta.

Per non parlare dei miei profili Social dove post e Like si accumulano lungo la time line e rimangono a disposizione di chiunque nei secoli dei secoli, lì indistruttibili come i sacchetti di plastica nell’Oceano Pacifico. O parliamo del mio smartphone che sa tutto di me (ormai anche più di mia madre!) mentre io non so nemmeno come è fatto dentro perché non lo si può aprire. O ancora del GPS integrato nella mia reflex che rileva la posizione di ogni foto scattata e la comunica a Instagram e quindi, potenzialmente, al mondo intero.

Ma già da tempi non sospetti, la mia carta di credito tiene traccia di quanto spendo, dove e quando spendo, cosa compro, tanto che oggi l’ex sindaco Marino se ne rammarica. Il telepass memorizza ogni mio transito sulla rete autostradale nazionale, se non altro quelli della mia automobile. Persino la tessera Fidaty dell’Esselunga conosce in dettaglio le mie abitudini di consumatore, quello che acquisto e quanti punti ho guadagnato.

E infine ci sono tutti coloro a cui, legalmente o illegalmente, sono stati venduti per pochi centesimi i miei dati e che ora ne posso fare l’uso che meglio credono.

Ebbene, se davvero tutti questi simpatici ficcanaso si fanno così tanto gli affari miei, com’è che quando mi chiama il teleseller di Sky (o il suo collega di Telecom Italia Rete Fissa) la prima domanda è sempre: «Lei è già nostro abbonato?» (ossia: «Lei è già nostro cliente?»)?

Ma, in che senso? Mi viene da chiedere. Dico: lo sai a chi stai telefonando oppure ti fanno fare numeri a caso? Sono presente nell'elenco clienti o no?

Non ne faccio una questione di privacy quanto piuttosto di qualità del servizio offerto all’abbonato/cliente, ma soprattutto ne faccio una questione di qualità del lavoro offerto agli operatori. Non sono mica i dilettanti allo sbaraglio de La Corrida!
Ci sono fior di ingegneri informatici che da anni perdono diottrie davanti ai monitor – come punti il nostro PIL – per trovare metodi sempre più efficaci in grado di raccogliere, conservare ed elaborare dati e per creare interfacce capaci di far dialogare sistemi diversi. E noi cosa facciamo? Non mettiamo a disposizione dei nostri venditori nemmeno uno straccio di elenco clienti? Fantastico!
Abbiamo fatto corsi e convegni, scritto libri e osannato guru dell’eMail Marketing, del Database Marketing, del Profiling e adesso del Big Data Mining, ma ancora crediamo che sia più conveniente far perdere tempo (tanto non viene retribuito) a un lavoratore piuttosto che condividere informazioni, dati e documenti con le nostre agenzie in outsourcing.

Cos’è: abbiamo forse problemi con la delocalizzazione? Romania e Irlanda non sono poi così tanto lontane e difficili da raggiungere!

E non chiamatemi più, per piacere: sono iscritto al Registro delle Opposizioni ormai da tempo… Ah, già. Ma voi l’elenco non ce l’avete, non ve l’hanno dato.

 

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