La meraviglia oltre lo Stargate

02/09/2016 11:13

Tra pochi giorni – per l'esattezza martedì 6 settembre – arriverà in libreria “I custodi di Slade House”: il nuovo lavoro del popolare scrittore inglese David Mitchell. Il libro però, già dallo scorso mese di agosto, ha trovato il modo di far parlare di sé grazie all'iniziativa dell'editore di pubblicare il primo capitolo in anteprima a puntate su Facebook. Nulla di nuovo per carità, soltanto una forma evoluta, crossmediale, del romanzo di appendice, già praticata nel nostro paese anche da altri autori.

La notizia allora dov'era? Probabilmente nell'insolito uso di un social come Facebook, nato con tutt'altra missione; oppure nell'inatteso elevato numero di contatti sviluppato sin dai primissimi giorni.

E la notizia oggi invece qual è? Che il mondo non è stato inghiottito nel grande buco nero nato da questo turpe connubio tra nobile letteratura e infernale telefonino e che, anzi, i contatti sul profilo delle Edizioni Frassinelli continuano a crescere con una media di 30 nuovi like al giorno? Ebbene, sarebbe anche ora che noi si smettesse di meravigliarci di “certe cose”. Anche perché in quest'estate appena trascorsa abbiamo sentito, visto e condiviso ben più di qualche “notizia strana”.

Abbiamo letto con perplessità risposte via social, per quanto indirette, a questioni ufficiali da parte di politici di ogni ordine, grado e nazionalità. Abbiamo guardato con orrore il video girato dalla giovane donna nera in automobile a un posto di blocco negli istanti immediatamente successivi all'omicidio del proprio compagno. E lo abbiamo commentato per stigmatizzare l'ennesimo sopruso razziale. Abbiamo condiviso i post dei bambini siriani che ci chiedevano di smettere di giocare con PokemonGo e di andare a prendere loro nei campi profughi anziché girare come anacronistici rabdomanti per le strade delle nostre città. Poi, increduli, abbiamo sentito anche il flemmatico Mattarella, durante Cerimonia del Ventaglio, riferirsi a questa stessa follia estiva made in Nintendo, sorprendendo le decine di giornalisti presenti che della citazione hanno poi fatto il cuore dei loro servizi. Abbiamo scoperto i libri in cui Papa Francesco ripubblica i propri tweet per poterli far leggere anche ai fedeli senza connessione. Commossi, abbiamo visto in mondovisione un atleta olimpionico, inginocchiato ai piedi del podio, dichiararsi all'amata collega per essere poi rifiutato via social, mentre il nostro Presidente del Consiglio stalkerava con continui sms una nostra schermitrice a Rio. Abbiamo scoperto nel canale di un nuovo popolarissimo e giovanissimo youtuber un altro frammento del Grande Fratello (quello Endemol naturalmente), ormai uscito dalla casa e diffuso come l'accoglienza in Val Camonica.

Erano e sono contaminazioni continue tra reale e virtuale, che accoppiandosi a volte generano l'aumentato, che in casi estremi possono persino confondere a tal punto da rendere difficile ad alcuni distinguere i diversi piani e che coinvolgono, come abbiamo visto, anche personaggi insospettabili.

 

D'altronde l'umanità ha sempre espresso questo bisogno primigenio di credere nell'esistenza di un altrove, differente dal qui-e-ora, dove immaginare di poter essere o fare qualcosa di diverso. Da Andersen ad Azimov, da Salgari alla Rowling, da Alice a Lara Croft, da Gargamella a Pikachu, da Platone a Shopenhauer, dagli stati di trance e di coscienza alterata della migliore tradizione psichedelica e lisergica alle promesse di un aldilà premiante (accessoriato di schiere angeliche, vergini votive o gopi danzanti) dove raccogliere i meritati frutti di una vita terrena di sacrifici e devozioni.

 

Ebbene, oggi la tecnologia, in special modo quella mobile, ci permette di attraversare con una facilità mai provata prima il confine tra il mondo di qua e il mondo di là e, aspetto tutt'altro che trascurabile, di poter tornare da questo viaggio (più o meno) illesi. Lo smartphone, corredato dalle sue mille app, è la chiave – o meglio il telecomando – per aprire il cancello automatico dello Stargate e poter così arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima.

 

In sintesi, il bullo che filma e pubblica il video della propria azione di forza ai danni del compagno disabile, con il fine di trovare onLine nuove e maggiori conferme alla propria supremazia, anche al di fuori del proprio ristretto gruppo amicale; il vandalo che immortala il proprio tuffo elegante ed esclusivo dal Ponte dei Sospiri, quasi a dimostrare che gli eventi Social si collocano al di sopra e al di là della tradizionale contrapposizione tra essere e avere; l'immigrato che, grazie a una stupefacente presenza di spirito, accende il suo telefonino, filma i propri aggressori e alla fine ne ottiene il fermo; il terremotato che posta in tempo reale le immagini del lampadario di casa che oscilla pericolosamente per condividere una paura troppo grande da affrontare da solo; tutti gli altri personaggi al centro di eventi in equilibrio precario tra reale, virtuale e aumentato che da oggi in avanti la cronaca porterà alla nostra attenzione, sono gli interpreti di una nuova Rivoluzione Industriale, ma questa volta senza macchine. Anzi no, tutto il contrario: con le macchine davvero ovunque, però piccole piccole e carine, personalizzate e personalizzabili, colorate, animate, connesse, intelligenti, predittive e collaborative, che fanno i suonini e le faccine, ormai praticamente inseparabili come vere amiche. Come inseparabili e specialmente indispensabili vecchie amiche.

Tra pochi giorni – per l'esattezza martedì 6 settembre – arriverà in libreria “I custodi di Slade House”: il nuovo lavoro del popolare scrittore inglese David Mitchell. Il libro però, già dallo scorso mese di agosto, ha trovato il modo di far parlare di sé grazie all'iniziativa dell'editore di pubblicare il primo capitolo in anteprima a puntate su Facebook. Nulla di nuovo per carità, soltanto una forma evoluta, crossmediale, del romanzo di appendice, già praticata nel nostro paese anche da altri autori.

La notizia allora dov'era? Probabilmente nell'insolito uso di un social come Facebook, nato con tutt'altra missione; oppure nell'inatteso elevato numero di contatti sviluppato sin dai primissimi giorni.

E la notizia oggi invece qual è? Che il mondo non è stato inghiottito nel grande buco nero nato da questo turpe connubio tra nobile letteratura e infernale telefonino e che, anzi, i contatti sul profilo delle Edizioni Frassinelli continuano a crescere con una media di 30 nuovi like al giorno? Ebbene, sarebbe anche ora che noi si smettesse di meravigliarci di “certe cose”. Anche perché in quest'estate appena trascorsa abbiamo sentito, visto e condiviso ben più di qualche “notizia strana”.

Abbiamo letto con perplessità risposte via social, per quanto indirette, a questioni ufficiali da parte di politici di ogni ordine, grado e nazionalità. Abbiamo guardato con orrore il video girato dalla giovane donna nera in automobile a un posto di blocco negli istanti immediatamente successivi all'omicidio del proprio compagno. E lo abbiamo commentato per stigmatizzare l'ennesimo sopruso razziale. Abbiamo condiviso i post dei bambini siriani che ci chiedevano di smettere di giocare con PokemonGo e di andare a prendere loro nei campi profughi anziché girare come anacronistici rabdomanti per le strade delle nostre città. Poi, increduli, abbiamo sentito anche il flemmatico Mattarella, durante Cerimonia del Ventaglio, riferirsi a questa stessa follia estiva made in Nintendo, sorprendendo le decine di giornalisti presenti che della citazione hanno poi fatto il cuore dei loro servizi. Abbiamo scoperto i libri in cui Papa Francesco ripubblica i propri tweet per poterli far leggere anche ai fedeli senza connessione. Commossi, abbiamo visto in mondovisione un atleta olimpionico, inginocchiato ai piedi del podio, dichiararsi all'amata collega per essere poi rifiutato via social, mentre il nostro Presidente del Consiglio stalkerava con continui sms una nostra schermitrice a Rio. Abbiamo scoperto nel canale di un nuovo popolarissimo e giovanissimo youtuber un altro frammento del Grande Fratello (quello Endemol naturalmente), ormai uscito dalla casa e diffuso come l'accoglienza in Val Camonica.

Erano e sono contaminazioni continue tra reale e virtuale, che accoppiandosi a volte generano l'aumentato, che in casi estremi possono persino confondere a tal punto da rendere difficile ad alcuni distinguere i diversi piani e che coinvolgono, come abbiamo visto, anche personaggi insospettabili.

D'altronde l'umanità ha sempre espresso questo bisogno primigenio di credere nell'esistenza di un altrove, differente dal qui-e-ora, dove immaginare di poter essere o fare qualcosa di diverso. Da Andersen ad Azimov, da Salgari alla Rowling, da Alice a Lara Croft, da Gargamella a Pikachu, da Platone a Shopenhauer, dagli stati di trance e di coscienza alterata della migliore tradizione psichedelica e lisergica alle promesse di un aldilà premiante (accessoriato di schiere angeliche, vergini votive o gopi danzanti) dove raccogliere i meritati frutti di una vita terrena di sacrifici e devozioni.

Ebbene, oggi la tecnologia, in special modo quella mobile, ci permette di attraversare con una facilità mai provata prima il confine tra il mondo di qua e il mondo di là e, aspetto tutt'altro che trascurabile, di poter tornare da questo viaggio (più o meno) illesi. Lo smartphone, corredato dalle sue mille app, è la chiave – o meglio il telecomando – per aprire il cancello automatico dello Stargate e poter così arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima.

In sintesi, il bullo che filma e pubblica il video della propria azione di forza ai danni del compagno disabile, con il fine di trovare onLine nuove e maggiori conferme alla propria supremazia, anche al di fuori del proprio ristretto gruppo amicale; il vandalo che immortala il proprio tuffo elegante ed esclusivo dal Ponte dei Sospiri, quasi a dimostrare che gli eventi Social si collocano al di sopra e al di là della tradizionale contrapposizione tra essere e avere; l'immigrato che, grazie a una stupefacente presenza di spirito, accende il suo telefonino, filma i propri aggressori e alla fine ne ottiene il fermo; il terremotato che posta in tempo reale le immagini del lampadario di casa che oscilla pericolosamente per condividere una paura troppo grande da affrontare da solo; tutti gli altri personaggi al centro di eventi in equilibrio precario tra reale, virtuale e aumentato che da oggi in avanti la cronaca porterà alla nostra attenzione, sono gli interpreti di una nuova Rivoluzione Industriale, ma questa volta senza macchine. Anzi no, tutto il contrario: con le macchine davvero ovunque, però piccole piccole e carine, personalizzate e personalizzabili, colorate, animate, connesse, intelligenti, predittive e collaborative, che fanno i suonini e le faccine, ormai praticamente inseparabili come vere amiche. Come inseparabili e specialmente indispensabili vecchie amiche.