Archive #1: Internet takes all
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Corrado Calza | Milano | comunicazione | giornalista | Internet
In theory and on a technical base Internet has what it takes to become the main medium for mass communications in close future. But is it true? (Originally published on: Solidarietà Come n.161 - 01-09-2002 - Language: Italian)
INTERNET ASSO PIGLIA TUTTO
In linea teorica e tecnica Internet ha le carte in regola per diventare il mezzo principe per l’informazione di massa del futuro. Ma sarà davvero così?
di Corrado Calza
Se ricordiamo cosa si diceva dell’informazione sui media di massa fino a poco dopo gli anni ‘60, ci rendiamo facilmente conto di quanto le cose siano cambiate. La radio annuncia, la televisione mostra e il giornale spiega: questa era la semplice classificazione che rispecchiava perfettamente una realtà consolidata. Si trattava di una banale questione tecnica: la radio riusciva a essere per prima sulla notizia proprio per la rapidità con cui era – ed è tuttora – in grado di confezionare un servizio. L’inviato telefona in redazione e detta il pezzo o lo legge dal vivo in diretta e il gioco è fatto. Seconda la televisione, che aveva – e ancora ha – bisogno di molto più tempo per montare le immagini di un servizio. Ultimo il giornale. Limitato in primis dalla cadenza quotidiana, approfitta da sempre di questo vincolo per concedersi il tempo di ‘pensare’, di attuare delle ricerche, di proporre delle opinioni e di veicolare così un’informazione spiegata, approfondita.
E fin qui tutto bene, a ognuno il suo pubblico a ognuno il proprio modo di produrre la notizia. Ma gradualmente le cose sono cambiate. Difficile come al solito stabilire se sia nato prima l’uovo o la gallina, se sia cioè cambiata la domanda del pubblico (e quindi siano intervenute ragioni di tipo sociale, culturale e di costume) o se si sia trattato invece di un cambio di rotta dell’offerta da parte dei media (e quindi le ragioni siano di tipo politico ed economico) e infine quanto gioco abbiano avuto le pressioni dei gruppi di investitori pubblicitari, guidati da tutt’altri interessi, sull’industria della TV commerciale ormai ben avviata. Inoltre, lo sviluppo, l’affermazione e l’evoluzione di un medium dipendono sempre dal processo di adattamento reciproco fra le regole e i processi comunicativi che governano quel mezzo e le abitudini sociali consolidate o latenti.
Fatto sta che è nata l’informazione spettacolo, gli speciali di approfondimento e i talk show, e la TV, più degli altri media, ha allargato i propri orizzonti invadendo gli spazi di stampa e radio, sottraendo percentuali di pubblico ed erodendo quote di mercato. Ancora di più dei quotidiani, con i loro inserti settimanali illustrati, mentre la radio, con la diffusione dei network, si concentrava su un pubblico prevalentemente giovanile, per definizione disimpegnato, con una programmazione essenzialmente di intrattenimento.
Dei periodici non abbiamo ancora parlato, volontariamente, perché in un certo senso fanno abbastanza caso a sé. Da una parte la loro spiccata linea editoriale specialistica si contrappone a quella essenzialmente generalista degli altri media e dall’altra si propongono a un pubblico più attento, selettivo e critico che inoltre è affezionato alle firme, spesso di prestigio, ospitate.
Poi è arrivata Internet
Ma oggi, grazie alla nascita di Internet, lo scenario è ancora più complesso. Avvantaggiata dalla sua stessa essenza integralmente digitale, è il mass medium che maggiormente si avvantaggia di tutte quelle nuove soluzioni tecnologiche che rendono praticamente istantanea la fabbricazione a tutto tondo di una notizia. Internet riesce a essere ‘sul luogo del delitto’ ancora prima della radio e può anche aggiornarsi in tempo reale, senza soluzione di continuità. Una foto digitale impiega zero secondi per essere spedita via e-Mail dal luogo del fatto al server del sito e un filmato, sempre digitale, solo qualche secondo in più; e così anche la televisione è battuta. Per quanto concerne infine gli approfondimenti, quanto tempo pensate sia necessario a un Content provider (il giornalista on-Line) per trovare un congruo numero di siti che trattano di un certo argomento e a un Web designer (il grafico) per disegnare un po’ di bottoni che attivino altrettanti link ai suddetti siti? Poco, in ogni caso molto meno di quanto costi a noi giornalisti pubblicare anche solo mezza pagina su un qualsiasi giornale.
Internet è un Real Time Medium, in tempo reale, in cui le fasi del processo produttivo: acquisizione, montaggio e distribuzione, sono contratte nello stesso momento temporale e la cui fruizione avviene in maniera coincidente con l’evento che ha prodotto il contenuto. Una modalità di produzione rivoluzionaria rispetto al consueto Packaged Medium, ‘impacchettato’, in cui le fasi del processo produttivo sono invece distribuite nel tempo e la cui fruizione avviene in modo differito rispetto all’evento.
Internet è inoltre On Demand, su domanda: la notizia la trovo bella, pronta e aggiornata nell’esatto momento – qualsiasi esso sia – in cui la cerco. Gli altri sono media Broadcast, a trasmissione: la notizia la trovo bella, pronta e aggiornata se accendo la radio o la TV quando c’è il notiziario, né prima, né dopo. Sul giornale la leggo addirittura il giorno dopo.
Notizie e interazione
Internet è anche interattiva: la notizia non solo la trovo bella, pronta e aggiornata sulla home page del mio portale preferito, fotografie, filmati e interventi audio inclusi, ma posso anche confrontarla con altri portali o addirittura con fonti più dirette alla velocità di un click. Internet è cioè orizzontale: alla verticalità dell’informazione tradizionale di stampa, radio e televisione, che in Internet è rappresentata dai portali alle cui spalle sta un editore che seleziona i contenuti e le forme di rappresentazione, si contrappone l’orizzontalità di forum e motori di ricerca che permettono a chiunque di reperire informazione di prima mano così come di immetterne, in quasi totale libertà – e ancora per un po’ anche in forma gratuita –, come se si fosse nell’agrorà di Aristotele o tra amici al Bar dello Sport.
Di interazione tra mezzi di informazione e pubblico ce n’è sempre stata, ma non si possono certamente paragonare le lettere al direttore, le telefonate in diretta o gli SMS al numero in sovrimpressione con i contributi on-Line provenienti da privati che molti siti ospitano anche solo sotto forma di link.
Anche di canali tematici, con la TV via satellite, ce n’è a iosa e per gli argomenti più disparati (dominano sport, economia, finanza e news) e riescono anche a essere molto tempestivi negli aggiornamenti, ma rimangono pur sempre per natura Broadcast e scarsamente interattivi.
Il televideo può essere considerato una prima forma di notiziario On Demand, ma è senza ombra di dubbio tecnicamente semplice e primitivo, considerati gli elevati standard a cui l’informatica multimediale ci ha abituati. Esperimenti di TV On Demand sono in corso, ma per ora si concentrano prevalentemente sulla distribuzione di film, quello che viene comunemente chiamato in gergo il “Videoregistratore remoto”, a distanza.
E allora?
Innanzi tutto, scalzare i media tradizionali dalle posizioni acquisite, come si diceva il successo di un medium è dato anche dall’interazione tra questo e le abitudini del suo pubblico, richiederà del tempo: il Gazzettino Padano ascoltato dalla radiolina AM appesa sopra lo specchio del bagno mentre ci si fa la barba o il TG del mattino che fa da sottofondo alla colazione o ancora le pagine sportive del giornale sfogliate al bar col primo caffè della giornata, sono tradizioni radicate difficili da cancellare. E il timore, tutto umano, delle novità rema contro, così come la cronica arretratezza del nostro paese in tema di infrastrutture. Se di ripetitori per la radio e la televisione, di rotative ed edicole è coperto il territorio, le aree cablate in banda larga e fibra ottica sono per ora limitate e concentrate ancora in poche regioni, sempre le solite.
Emblematici i risultati di un recente studio del Censis secondo cui gli apparecchi televisivi sono presenti in più del 98% delle case italiane, contro un 43% di personal computer che a loro volta solo per un 30% sono connessi a Internet. In Italia resta anche alto il numero di persone: circa 5 milioni, per lo più donne, che di tutto il fantasmagorico mondo dei media, dai più tradizionali come radio, giornali e libri, ai più innovativi come Internet ed e-Mail, conoscono e usano solamente la televisione. Migliore la situazione nell’ambito dell’impresa: secondo Netscalibur infatti, il 90% delle aziende nazionali con più di 20 dipendenti dispone di un accesso a Internet, e l’80% ha un sito proprio. In America, paese da sempre trainante e all’avanguardia rispetto all’Europa, le cose, neanche a dirlo, sono molto diverse, persino per la popolazione matura: oltre oceano quasi la metà delle persone tra i 55 ed i 64 anni usa la rete, percentuale che scende in Europa poco oltre il 10%. Ma noi, come diceva qualche anno fa in una sua canzone Vasco Rossi, “Non siamo mica gli americani che possiamo sparare agli indiani” e i nostri cow boy in pensione preferiscono di gran lunga bàter carte in hostaria che navigare in Internet. È anche un problema di alfabetizzazione quindi, oltre che demografico, e qui per entrambe le voci i dati sono ben più che poco confortanti per essere citati: ‘la gente’ in estrema sintesi non sa usare il computer. I ‘vecchi’, non hanno interesse, motivo né spesso più la capacità di apprendere l’uso del nuovo mezzo, mentre i giovani, che oggi già nascono con la PlayStation nel DNA, sono, stando alle statistiche, un po’ pochini. Negli Usa, invece, fra gli abbonati alle riviste tradizionali, ben l’11% ha sottoscritto anche l’abbonamento a un magazine on-Line nel quarto trimestre 2001 e in Italia ...boh, sembrano non esistere dati a riguardo.
Ma non è ancora tutto perduto: anche noi europei, anche noi italiani, ci stiamo allineando inevitabilmente al trend generale, inseguendo questo futuro collettivo. Secondo dati Nielsen, lo scorso marzo tra le fila degli italioti navigatori è stato registrato un aumento di quasi un punto percentuale rispetto al mese precedente, anche se per il 90% utilizziamo Internet ancora soprattutto per la posta elettronica, spedendo circa 150 milioni di e-Mail al giorno. Per contro, l’Osservatorio Italia Media on-Line di Internet Mediasurfer, segnala che sono in crescita i siti di informazione: tra le pagine Web che presentano contenuti informativi e giornalistici, in Italia si contano sempre più periodici, quotidiani e magazine, con un vero boom per le agenzie di stampa. Persino le Istituzioni Pubbliche aumentano esponenzialmente, con le Reti Civiche che salgono di oltre il 20%.
Insomma, ormai il Dado è tratto e, Larga la foglia stretta la via, voi dite la vostra che io ho detto la mia; Pagare meno pagare tutti; Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino (questi e altre migliaia di proverbi potete trovarli all’indirizzo web: www.proverbi.it). Vedete? Sono già stato colpito dalla Internet mania; io vivo già nel futuro. Come mi sento fortunato!