Innovazione, sostenibilità e impresa

31/05/2022 10:39

Ricalcando le forme di uno slogan d'altri tempi, potremmo dire: "Non c'è sostenibilità senza innovazione. Non c'è innovazione senza sostenibilità". Scontato? Tutt’altro! E ancor meno in un momento come quello attuale in cui il conflitto russo ucraino, e i riflessi che osserviamo sul sistema macroeconomico internazionale,

  • impongono un significativo rallentamento al processo di transizione ecologica,
  • amplificano la sensibilità verso la questione e la consapevolezza dell’importanza di precise scelte,
  • dimostrano la fragilità delle iniziative in atto e la lontananza del tema dalle strategie di molta parte del tessuto economico e imprenditoriale del nostro Paese. Tanto nella PMI, quanto nei gruppi più ampi, anche presenti sul piano internazionale.

La sostenibilità rappresenta il principale e irrinunciabile driver per l'innovazione. Interpreta l'innovazione tout court ed è l'unica via per garantire un futuro all'ambiente, all'uomo e, non ultimo, all'impresa. L'innovazione non può che percorrere la via della sostenibilità per fermare gli effetti devastanti sull'ambiente che oggi vediamo sedimentati a qualsiasi latitudine e in qualsiasi settore produttivo. L'unico modello vincente quindi è quello che lega a filo doppio – no, triplo! – innovazione, sostenibilità e impresa.

All'impresa non è più chiesto solo di ridurre la propria impronta ambientale al minimo strettamente necessario, quanto invece di compiere uno sforzo più ampio e specialmente concreto di integrazione dei fattori sociali, ambientali ed etici nei processi decisionali. L'acronimo comunemente adottato è, per l'appunto, E.S.G.: Environment, Social, Governance.

L'impresa è chiamata cioè a compiere una profonda analisi della sostenibilità del proprio modello di business, ripensando la visione d'impresa sin ora adottata, e a operare una trasformazione strategica del business che, attraverso l'adozione di soluzioni strutturali mirate, sviluppi un'innovazione di prodotto e di processo per giungere a una nuova mission di responsabilità ambientale e sociale.

 

Non solo impresa

La transizione verso la sostenibilità è un percorso che, non a caso circolare, va dal mondo dell'impresa al mercato e alla società e viceversa, in un moto virtuoso che promuove scelte responsabili da parte di tutti gli attori coinvolti.

  • L'impresa che si impegna a ridurre l'impatto delle proprie attività sui sistemi naturali, a cancellare le disuguaglianze sociali e promuovere l'inclusione e infine a garantire la trasparenza della gestione.
  • Il mercato che premia i prodotti e i servizi sviluppati sulla base di modelli sostenibili e a basso impatto ambientale.
  • La società che si impegna ad adottare, in senso più allargato e compiuto, uno stile di vita sostenibile, al di là delle sole abitudini di acquisto.

Perché la transizione ecologica è un fatto imprenditoriale, economico, politico e sociale che impatta in maniera trasversale su ogni prospettiva della nostra contemporaneità e, infine, da intendersi come sistemico e permanente.

 

Greenwashing e tecnologia

Il miglioramento del profilo sostenibile di un'impresa, che nella comunicazione si riflette in un richiamo alla sostenibilità verso il cliente, contribuisce ad aumentare notevolmente il valore di un brand.

Lo certificano i numeri: la sostenibilità è un elemento ormai di primaria importanza nelle richieste che i clienti rivolgono al prodotto (o al servizio). La percezione secondo cui sostenibilità e ruolo sociale d'impresa sono soltanto un lusso o elementi di marketing sta lasciando spazio a una crescente consapevolezza rivolta ai valori etici e ai temi della responsabilità. È fondamentale, allora, che la sostenibilità dell'impresa sia azione e non slogan o storytelling; un fatto autentico e tangibile, misurabile e rendicontabile, in grado di garantire risultati di cui sia possibile valutare l'impatto.

La sostenibilità inoltre non si ottiene attraverso la sola innovazione tecnologica che, al contrario di quanto si pensa abbastanza comunemente, è sì fondamentale ma in sé non sufficiente. Scelte che permettono di efficientare le prestazioni energetiche, abbattere le inefficienze operative, ridurre sprechi e rifiuti e favorire il riutilizzo delle risorse, massimizzando quindi il rendimento e minimizzando l'invasività, sono fondamentali ma, repetita juvant, la sostenibilità non si esaurisce in uno o più, seppur significativi, semplici gesti. All'impresa si impone una vera e propria trasformazione culturale, ancor prima che operativa, e l’adozione di soluzioni complesse:

  • il ripensamento del modo di progettare prodotti e servizi;
  • la revisione dei processi manifatturieri, delle filiere di approvvigionamento e distribuzione;
  • la proposta di comportamenti di consumo virtuosi rivolta alla platea dei clienti.

Questa è la grande sfida che attende tutto il mondo imprenditoriale.

 

Il ruolo delle istituzioni

Sicuramente la comprensione e la condivisione del mondo economico globale riferita alla necessità di questa virata dovrà essere corale. Tanto più sarà condivisa, integrata e perseguita in un'ottica a lungo termine, tanto maggiori saranno le opportunità che si presenteranno. Da ciò nasce la domanda di politiche di sostenibilità diffuse.

Il lavoro svolto dalle istituzioni nel aiutare l'imprenditorialità è ritenuto in linea di massima soddisfacente, sebbene se ne discuta la durata e specialmente la direzione. Numerosi sono gli spunti critici: il supporto è complicato e confuso. L'impressione è che il disegno complessivo, come spesso capita, debba essere ancora ben compreso e che infine manchi una regia d'insieme davvero efficace.


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