In Internet, come in amore
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Corrado Calza | giornalista | Social Media | Post Truth | Contronarrativa | Educazione Digitale | Hate Speech | Cognitive Inoculation | Umberto Eco
Uno: La virtù
Umberto Eco sbagliava a definire Internet “…l'invasione degli imbecilli". Chi lo conosceva però ricorda il suo amore per certe boutade, comunemente scambiate per provocazioni ma che in realtà erano prese di posizione ben precise, espressione di una smisurata considerazione di sé, diventata in breve proverbiale.
Sbaglia però, dal lato diametralmente opposto, anche chi crede ciecamente a qualsiasi cosa solo perché l'ha letta su Internet. Un po' come chi, tempo fa, ostentando sicurezza, chiosava: l'ha detto la televisione. È un segno dei tempi: il mondo cambia, le persone cambiano, anche se poi a guardare bene in fondo resta tutto uguale.
In medio stat virtus quindi, ancora una volta, come sempre. Un medio dove si incontrano tutte le posizioni che è difficile classificare in maniera netta a prima vista, dividendole tra bene e male; un medio in cui è difficile cioè capire la virtus dove sta.
Due: L'educazione
Torniamo allora a lamentare la mancanza di un'educazione digitale capace di impedire che, come in amore, anche in Internet ognuno impari da sé, a proprie spese. Un'educazione che riesca a fornire strumenti sia per lo sviluppo di una capacità critica nei confronti della rilevanza dei contenuti e dell'autorevolezza delle fonti, sia per la gestione emotiva di una nuova affettività. Un'educazione che si spinga oltre i confini del sistema scolastico e sappia rivolgersi anche a un'utenza adulta. Un'educazione che per questo fatica a trovare un'adeguata agenzia di attuazione.
Un'educazione il cui compito è reso difficile anche dal ruolo oltremodo ambiguo interpretato dai Social Media, interessati – in un certo senso giustamente – alla monetizzazione del traffico più che alla qualità dei contenuti che movimentano. Senza tanti scrupoli, anche attraverso diffusione e viralizzazione di contenuti non controllati. In pratica troviamo Post truth, falsi onLine e polemiche pretestuose (best seller in base alla funzione “virale = vero”) che convivono a distanza di pochi click da influenti blog iperspecializzati e settoriali, riservati a ristrette nicchie di professionisti. Cognitive Inocluation, ingegnerizzata per orientare l’opinione pubblica, accanto all'entertainment più innocuo, sviluppato per riempire il tempo di un tragitto in metropolitana. Hate speech razzista e sessista ospite di piattaforme che si configurano come efficaci camere di risonanza ma che al tempo stesso sono anche palestra per esperimenti di contronarrativa indipendente positiva: contestazione a base di buone notizie, buoni sentimenti e buone pratiche, ma soprattutto buone intenzioni.
Tre: Il tradimento
Ora però qualcosa è cambiato. Il Grande Fratello, che in nome di una democrazia all'ingrosso allineata verso il basso, aveva abdicato al proprio ruolo di demiurgo e che, come una magnanima divinità laica, aveva lasciato ai propri fedeli il libero arbitrio, ora si trova a dover riconquistare una propria reputazione digitale. Per tutta risposta, infatti, il suo popolo lo ha attaccato sul suo stesso terreno e con le sue stesse armi, creando un emblematico cortocircuito che vede il medium allo sesso tempo oggetto e veicolo dell'attacco. Da immagine sacra a unico imputato, accusato nella fattispecie di amplificare e quindi incitare alla violenza. Capro espiatorio da immortalare per la remissione di peccati che sono gli stessi accusatori a commettere, dimenticando banalmente di essere loro, in prima persona, la rete. È un meccanismo di difesa, dicono gli esperti, conseguenza diretta dell'anonimato che il web (solo illusoriamente) garantisce.
Dalle parole siamo quindi passati ai fatti e, in un impeto di autolesionismo, dai Social siamo andati direttamente in tribunale; conclusione inevitabile quando reale e digitale faticano a distinguersi. E siamo persino disposti ad aprire la porta alla censura, o per meglio dire a delegare il controllo della libertà di espressione ai privati, in pratica a multinazionale straniere, scatenando l'immediata reazione delle organizzazioni per i diritti umani digitali (l'European Digital Rights e la statunitense Access Now in testa).
Coda: L’amore
Ma sono solo schermaglie tra innamorati, nulla di preoccupante. Qualche commento crudele postato sull'onda dell'emozione, ma niente più. È un amore ancora giovane e immaturo quello tra l'uomo e la sua dimensione digitale; un amore destinato a durare, possiamo scommetterci. Almeno fin tanto che ci sarà connessione.