Il curriculum “giusto”
Tags:
Corrado Calza | giornalista | content | comunicazione | #CV | #curriculum | #ricercalavoro | #recruiter | #HR | #iocomunicando
A me mi parte l’embolo e sbrocco ogni volta che leggo un altro post, assisto all’ennesimo webinar o ricevo la pubblicità per una consulenza su Zoom in cui qualcuno prova a “vendermi” (in senso figurato ma anche no) la sua ricetta per il CV “giusto”. Diciamocelo chiaramente: il curriculum “giusto” non esiste! Per un motivo molto semplice: è impossibile sapere quale tipo di CV “piace” a chi quel nostro CV andrà a valutare.
Un CV può essere ordinato, creativo, cronologico, funzionale, infografico, narrativo o a elenco, con il sommario in testa e/o le aspirazioni e gli obbiettivi in coda, con o senza la fotografia, con o senza la data di nascita, con o senza hobby e interessi personali eccetera. Ma non sapremo mai se è quello “giusto” per il recruiter incaricato della selezione a cui ci siamo candidati.
Certo, il recruiter dovrebbe essere un professionista in grado di mettere da parte i propri “gusti personali” e valutare con maggiore attenzione i contenuti piuttosto che la forma, anche in funzione del briefing avuto dal cliente (che ci si augura abbia le idee chiare relativamente alla figura che intende assumere)… Ma con i personaggi (recruiter e imprenditori, beninteso) che ci sono in giro, fidarsi è molto difficile.
Il processo di selezione è un'esperienza colma di incognite e i guru dell’HR vanno spesso in confusione. Non sanno nemmeno bene come funzionano gli ATS (Applicant Tracking System, per quei pochi che ancora non hanno confidenza con questo acronimo), strumento che però maneggiano quotidianamente. Tabelle sì oppure no? Caratteri con le grazie sì oppure no? Pdf sì oppure no? Insomma, la mia candidatura in che mani finisce? Sempre che superi l’ottuso filtro di un algoritmo programmato, in molti casi, alla bene e meglio.
Un’altra cosa che mi fa dare fuori da matto sono quelli che ti dicono: “Sii te stesso.” Che accidenti significa, se poi mi dici che devo personalizzare il curriculum, non solo evidenziando le esperienze più in linea con la posizione, ma anche replicando il TOV (Tone Of Voice, per quei pochi che ancora non hanno confidenza con questo acronimo) dell’annuncio. Tono che, più in generale, posso desumere analizzando il sito dell’azienda… Se so qual è l'azienda! Ma quando leggo: “Primaria azienda leader di settore cerca eccetera”, come faccio?
Il curriculum “giusto” è tutto e il contrario di tutto. Deve essere sintetico ma anche esaustivo: una pagina è poco, due sono troppe. Ordinato e al contempo creativo, per conquistare l’attenzione del recruiter che non ha più di 7 secondi da dedicare a ogni CV nella prima scrematura delle candidature. Redatto con attenzione e riletto più volte, perché il refuso è dietro l’angolo, ma spedito con tempestività per non finire in fondo al mucchio.
E allora, sedicenti grandi guru dell’HR, che vendete la ricetta del CV “giusto”, mettetevi d’accordo con voi stessi o abbiate l’onestà di smetterla e di cercarvi un altro mestiere… Se riuscite a trovarlo!
Leggi anche: CV Visual. Sì o no?