Ice Cream Matching Map
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Corrado Calza | comunicazione | giornalista | content | #trucchicreativi | #creatività | #iocomunicando
Quant’ero piccolo non avevo dubbi: fragola e limone! A Milano da Orsi sui Navigli. A Trieste da Viti sul Passeggio Sant’Andrea, quando d’estate andavo a trovare la nonna. A Portofino, in visita a una zia… Sempre fragola e limone. Un po’ come pizza e Coca Cola (anzi, Royal Crown Cola perché era senza caffeina), poi diventata pizza e birra. Un po’ come il vino bianco col pesce e il Barolo delle Langhe per il bollito col bagnet verd. Certezze nella vita.
Ma allora era più facile, in gelateria i gusti erano ovunque gli stessi: fior di latte (aka panna), crema, cioccolato, nocciola, stracciatella e, appunto, fragola e limone. Ora è tutto diverso: bere vino rosso con il pesce è diventato molto chic e il numero dei gusti di gelato disponibili è letteralmente esploso, allargandosi a dismisura. Anche se si escludono i gelati “etici” (vegani, equosolidali, a km 0…), “dietetici” (senza zucchero, lattosio, glutine…) e “certificati” (con ingredienti bio, DOC, DOP…) la scelta è diventata pressoché infinita e include anche proposte quasi al limite dell’indecente.
All’inizio, credo, fu il gelato al gusto puffo (i più arditi dicevano: gelato al gusto di puffo). Un’idea simpatica e colorata, destinata a un target molto preciso, senza particolari pretese. Subito dopo venne il gusto bacio, mi pare, più impegnativo sotto il profilo dell’esperienza e del brand. Oggi, l’abitudine a reinterpretare i classici e la necessità di differenziare l’offerta per vincere la concorrenza, mi portano a contare almeno una decina di varietà solo per i gusti di cioccolato: all’arancia, al caffè, alla cannella, alla ciliegia o all’amarena, fior di sale, con lavanda e rosmarino, alla menta, al peperoncino, con le pere, al rum o al Cointreau, Triple Choccolate, allo zenzero. Senza naturalmente contare le ulteriori sotto-varianti a base di cioccolato bianco, fondente ed extra fondente. Ma la fantasia non ha limiti e, legittimata da titoli altisonanti come Gelateria Gastronomica o Gourmet, può arrivare a produrre idee assai bizzarre e ben lontane dalla natura originaria della ricetta. Un po’ come accade con la pizza: all’ananas o con i wurstel e le patatine fritte.
Ben inteso, i gusti sono gusti e un’offerta così ampia e varia rappresenta un’innegabile paradiso per i palati più curiosi, come il mio, che però si trasforma in un inferno al momento di decidere gli abbinamenti.
Anche senza andare a cercare gusti troppo ricercati e strutturati come: pesto di mandorle d’Avola e fichi caramellati o parmigiano, miele e noci, la scelta si fa comunque difficile. Che gusto posso ordinare assieme al gelato di ibisco, di giuggiole o di corbezzolo? Di cardamomo, gelsomino o viola? Alla melanzana, ai gamberi o di zucca e amaretti? …E con il sorbetto di cipolla? Per non parlare poi del gelato di pasta e fagioli, del gelato alla birra o del gelato cantucci e vin santo.
Provo spesso a chiedere consiglio al gelataio, posto che al bancone ci sia lui e non una inserviente giovane e carina ma del tutto ignara delle basi anche più elementari di questo nobile mestiere. Purtroppo il più delle volte mi sento rispondere un indifferente: «Quello che preferisce.» Ed è forse questa la cosa che più mi rovina l’esperienza. Tu gelataio mi proponi un’offerta insolita? Ok, non chiedo di meglio e accolgo il tuo goloso invito. Però a questo punto “giochiamo” assieme, non puoi sottrarti. È tuo compito accompagnami in un customer journey che, gioco forza, mi trova impreparato.
Qui entra in campo la mia “invenzione”: la Ice Cream Matching Map (letteralmente: mappa per l’abbinamento dei gelati). Come mostra chiaramente l’immagine in alto, si tratta di una sorta di mappa cognitiva che, attraverso una rete di collegamenti grafici tra i diversi gusti disponibili, suggerisce e consiglia gli abbinamenti più appropriati.
Qualcosa del genere, su larga scala, lo fa già Grom con i suoi “Matrimoni d’amore secondo Grom”, ma la Ice Cream Matching Map è molto, molto di più.
Sei un gelataio particolarmente intraprendente e digitale? Allora non limitarti a un tabellone con gli abbinamenti ma crea la tua Ice Cream Matching mApp! A ogni accesso l’applicazione si aggiorna automaticamente, scarica i gusti del giorno e la matrice degli abbinamenti consigliati. “Scarica la App gratuita e ricevi uno sconto sul primo acquisto!” è solo l’inizio per numero di iniziative di Social Media Marketing potenzialmente infinite: “Posta un selfie del tuo matching sul nostro profilo social con l’hashtag XYZ! Se superi N interazioni, riceverai un gelato in omaggio!” Forse sarà anche banale ma, in certi contesti, la popolarità raramente va braccetto con la complessità.
Oppure puoi installare un totem touch nel tuo negozio e sviluppare una strategia di Gaming Marketing. Non credo ci sia bisogno che aggiunga altro…
Tutto ciò è troppo digital per te? Allora ti bastano le tradizionali targhette appese al muro dietro il bancone frigorifero che puoi collegare tra loro con del nastro colorato. Puoi anche sistemarle sulla parete di fronte, al posto di quelle insignificanti immagini di coni, coppette e palline dai colori improbabili che tanto spesso costituiscono il complemento d’arredo più convenzionale per una gelateria.
Gli elementi distintivi della tua attività sono tradizione, ingredienti naturali e produzione artigianale? Allora una lavagna bella grande, pulita e ordinata, da compilare tutte le mattine con un gessetto bianco, rappresenta la soluzione più indicata. Certo non permette troppi sviluppi sul piano del marketing più sofisticato, a ben vedere però poco in linea con i tuoi valori aziendali.
I vantaggi della Ice Cream Matching Map sono facili da intuire:
- Accoglie e coccola il cliente per favorirne la loyalty e l’advocacy.
- Allevia l’ansia della decisione e solleva dal timore di una scelta non gradita. Riduce quindi i tempi dell’ordinazione.
- Facilita il matching a partire da un gusto insolito – il cliente che ama i gusti molto dolci può provare il gelato al dattero ed eventualmente ammorbidire comunque un po’ il risultato con il fior di latte.
- Invita alla scelta di un gusto insolito a partire da uno tradizionale preferito – il cliente che ama il limone può provare ad abbinarlo con il rosmarino.
Ferma restando, naturalmente, la qualità del prodotto, perché se il gelato non è buono non c’è marketing che tenga. Come per tutto, come al solito.
...E dopo tutta quest’abbuffata, io suggerisco un bel cono due gusti: caffè e ammazza-caffè.
Ti potrebbe piacere anche: Risotto con cipollina balsamica e gelato al Gorgonzola.
Qualcosa di più classico: Pupo: “Gelato al cioccolato”, Baby Records, 1979.
Al limite puoi cercare qui: #trucchicreativi.