Disoccupato 4.0
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Salve, io sono Andrea. È mattina e sto facendo il pane.
Come dite? Ah, no. Non sono panettiere. Io sono… Anzi, ero After Sales Specialist nella sede italiana di una nota multinazionale che però, un bel giorno, ha intrapreso una profonda ristrutturazione ed è diventata una delle prime imprese 4.0 nel nostro Paese. Ora è un robot a fare il mio lavoro e io sono diventato un disoccupato, un disoccupato 4.0.
Anche questo pane non lo sto facendo io, è una macchina che lo fa. Io le ho solo messo gli ingredienti nel cestello, un po' come il bucato nella lavatrice. Quindi, in fin dei conti, anch'io gioco la mia parte in questa cosiddetta "4a Rivoluzione Industriale" e probabilmente contribuisco anche a far chiudere l'ennesimo negozio nella via qui sotto: il panettiere, appunto.
Un po' mi dispiace, è un ragazzo in gamba. Egiziano. Dicono che siano loro i primi panificatori della storia. Ha rilevato l'attività di un italiano che non riusciva più a mandarla avanti e si fa il c**o quadrato da mattina a sera. Già, un po' mi dispiace ma, d'altro canto, prima se avevo bisogno telefonavo in banca e parlavo con un impiegato allo sportello, poi hanno messo il call center con risponditore automatico: se vuoi questo premi 1, se vuoi quell'altro premi 2… Poi hanno proprio chiuso la filiale, licenziato, messo in CIG o in mobilità un po' di gente, e adesso che ho il conto onLine c'è l'Assistente Virtuale, figlio del web semantico, a cui scrivo le domande, lui le capisce e mi risponde con la voce monocorde di una sintesi vocale. Se mi collego con lo smartphone posso anche fargli le domande direttamente a voce. Ci parliamo io e il mio Assistente Virtuale, come facciamo un po' tutti con Google o con i nostri amici usando i messaggi vocali di WhatsApp.
Ricordate? Lo faceva già una cinquantina di anni fa il comandate Kirk, seduto alla scrivanietta del suo alloggio, che diceva: “Computer!” E la centralinista elettronica dell'Enterprise gli rispondeva.
Dite che ci stiamo scavando la fossa con le nostre stesse mani? È possibile. Pensavo che bisognerebbe organizzare un bel flashmob davanti al Ministero del Lavoro a Roma, tutti noi disoccupati 4.0 a ballare con una vanga in mano. Un minuto o due, non di più, poi ognuno per la sua strada con fare indifferente (e una vanga in mano). Solo il tempo di finire sui social nei video fatti col telefonino. Sai che effettone!
Ci hanno fatto anche un tot di convegni quest'anno… No, ma che dite, non sul flashmob. L'ultimo proprio ieri, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, per la presentazione ufficiale del Piano Nazionale Industria 4.0; c'erano persino Renzi e il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda!
Pensate che bello, in un futuro ormai prossimo basteranno pochi imprenditori animati dal sacro fuoco a capo di queste fabbriche completamente automatizzate e un manipolo di creativi visionari che dice loro cosa produrre per soddisfare i nostri bisogni. Nel frattempo noi a casa belli tranquilli. Ancora consumatori (e un po' pecoroni, come sempre), ma questa volta sostenuti da un “reddito di cittadinanza”, mi pare che qualcuno oggi lo chiami così.
Beeep!
Oh, la macchinetta del pane ha finito e a guardarlo dalla finestrella sembra anche che sia lievitato bene.
Vedete, io mi limito a fare il pane con un elettrodomestico che in sostanza è l'incrocio tra un forno elettrico e un'impastatrice. Mio figlio invece a casa avrà il suo robot-pizzaiolo personale che gli farà le acrobazie con la pasta direttamente in salotto. Non una specie di bauletto bianco con quattro pulsanti, due lucine e un cicalino, ma un vero e proprio automa antropomorfo con le braccia meccaniche e una valvola al posto del naso… Ehm no, quella oggi non si usa più.
Adesso però vi lascio; vado a vedere cosa c'è nel frigo per preparare qualcosa di pranzo. Solo una cosa ancora: il tovagliolo che si vede nella foto e che copre il pane, l'ha fatto mia moglie, a punto croce. È disoccupata anche lei: è stata sostituita da due stagiste che lavorano gratis, lei non è up-to-date come me. Dice che concentrandosi su quei lavoretti lì si distrae e si rilassa. Beata lei. Però così riusciamo anche a risparmiare qualcosina sui regali ad amici e parenti. Uno dopo l'altro, ricorrenza dopo ricorrenza, li abbiamo sommersi un po' tutti di canovacci per la cucina, copri cuscini per il divano, set di tovaglioli… Ma loro non si lamentano, credo che capiscano.
Salve, io sono Andrea. È mattina e sto facendo il pane.
Come dite? Ah, no. Non sono panettiere. Io sono… Anzi, ero After Sales Specialist nella sede italiana di una nota multinazionale che però, un bel giorno, ha intrapreso una profonda ristrutturazione ed è diventata una delle prime imprese 4.0 nel nostro Paese. Ora è un robot a fare il mio lavoro e io sono diventato un disoccupato, un disoccupato 4.0.
Anche questo pane non lo sto facendo io, è una macchina che lo fa. Io ho solo messo gli ingredienti nel cestello, un po' come il bucato nella lavatrice. Quindi, in fin dei conti, anch'io gioco la mia parte in questa cosiddetta 4a Rivoluzione Industriale e probabilmente contribuisco anche a far chiudere l'ennesimo negozio nella via qua sotto: il panettiere, appunto.
Un po' mi dispiace, è un ragazzo in gamba. Egiziano. Dicono che siano loro i primi panificatori della storia. Ha rilevato l'attività di un italiano che non riusciva più a mandarla avanti e si fa il c**o quadrato da mattina a sera. Già, un po' mi dispiace ma, d'altro canto, prima telefonavo in banca e parlavo con un impiegato allo sportello, poi hanno messo il call center con risponditore automatico: se vuoi questo premi 1, se vuoi quell'altro premi 2… Poi hanno proprio chiuso la filiale, licenziato, messo in CIG o in mobilità un po' di gente, e adesso che ho il conto onLine, c'è l'Assistente Virtuale, figlio del web semantico, che gli scrivo le domande, lui le capisce e mi risponde con la voce monocorde di una sintesi vocale. Se mi collego con lo smartphone posso anche fargli le domande direttamente a voce. Ci parliamo io e il mio Assistente Virtuale, come facciamo con Google o con i nostri amici usando i messaggi vocali di WhatsApp.
Ricordate? Lo faceva già una cinquantina di anni fa il comandate Kirk, seduto alla scrivanietta del suo alloggio, che diceva: “Computer!” E la centralinista elettronica dell'Enterprise gli rispondeva.
Dite che ci stiamo scavando la fossa con le nostre stesse mani? È possibile. Pensavo che bisognerebbe organizzare un bel flashmob davanti al Ministero del Lavoro di Roma, tutti noi disoccupati 4.0 a ballare con una vanga in mano. Un minuto o due, non di più, poi ognuno per la sua strada con fare indifferente. Solo il tempo di finire sui social nei video fatti col telefonino. Sai che effettone!
Ci hanno fatto anche un convegno… No, non sul flashmob. A luglio, a Milano: “Impresa 4.0. Per un’industria italiana più competitiva nell’era digitale”, organizzato da Assinform e Confindustria Digitale e ne ha parlato pure al tivù. Rai Tre, mica bau bau micio micio: “Presa diretta”.
Pensate che bello, in un futuro ormai prossimo basteranno pochi imprenditori animati dal sacro fuoco a capo di queste fabbriche completamente automatizzate e un manipolo di creativi visionari che dice loro cosa produrre per soddisfare i nostri bisogni. Nel frattempo noi belli tranquilli a casa. Consumatori, come sempre; un po' pecoroni, come sempre, ma questa volta sostenuti da un “reddito di cittadinanza”, mi pare che qualcuno oggi lo chiami così.
Beeep!
Oh, la macchinetta del pane ha finito e a guardarlo dalla finestrella sembra anche che sia lievitato bene.
Vedete, io mi limito a fare il pane con un elettrodomestico che in sostanza è l'incrocio tra un forno elettrico e un impastatrice. Mio figlio invece a casa avrà il suo robot-pizzaiolo personale che gli farà le acrobazie con la pasta direttamente in salotto. Non una specie di bauletto bianco con quattro pulsanti, due lucine e un cicalino, ma un vero e proprio automa antropomorfo con le braccia meccaniche e una valvola al posto del naso… Ehm no, quella oggi non si usa più.
Adesso però vi lascio; vado a vedere nel frigo cosa c'è per preparare qualcosa di pranzo. Solo una cosa ancora: il tovagliolo che si vede nella foto e che copre il pane, l'ha fatto mia moglie, a punto croce. È disoccupata anche lei, è stata sostituita da due stagiste che lavorano gratis; lei non è up-to-date come me. Dice che concentrandosi su quei lavoretti lì si distrae e si rilassa. Beata lei. Però così riusciamo anche a risparmiare qualcosina sui regali ad amici e parenti. Uno dopo l'altro, ricorrenza dopo ricorrenza, li abbiamo sommersi un po' tutti di canovacci per la cucina, copri cuscini per il divano, set di tovaglioli… Ma loro non si lamentano, credo che capiscano.