Debunking, Fact checking… Censura! Cultura
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Corrado Calza | giornalista | Social Media | Debunking | Fact checking | censura | cultura | Merkel | Grillo | Orlando | Pitruzzella | Internet | analfabetismo
Frau Merkel, il cittadino Beppe Grillo, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando e il Presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella non sono che gli ultimi (in termini cronologici naturalmente) paladini della buona Internet a reclamare una qualche forma di controllo, se non addirittura di censura a tutti gli effetti, che garantisca la qualità dei contenuti diffusi.
Difficile immaginare che costoro ignorino davvero il principio universalmente condiviso secondo cui simili soluzioni sono, come il proibizionismo, tanto pericolose quanto inefficaci, da sempre. Ancor più oggi, applicate a un’entità liquida e sfuggevole come il web, in grado di eludere qualsiasi tentativo di restrizione per proprio carattere costitutivo.
Rimane il fatto innegabile che una maggiore disponibilità di risorse generi confusione e disorientamento in chi a queste risorse attinge e che parallelamente apra grandi spazi a chi di queste risorse intende fare un uso improprio.
È in quest’ottica quindi che una forma di manuale di istruzioni alla qualità dei contenuti in rete (cosa ben diversa dalla censura) acquista un senso. La guida TV, frutto dell’evoluzione dal Canale Nazionale all’onDemand, ne è solo un esempio banale. Più propriamente, i siti di comparazione tariffe o di recensioni user generated, sono forme già ben affermate di questa pratica, risposte a un bisogno preciso e, nei limiti del contesto, efficaci.
Poi ci sono i suggerimenti predittivi dei siti di eCommerce che qui però acquistano un carattere più controverso.
Sul piano della realizzabilità tecnica, è possibile ipotizzare diverse forme per questo manuale, presenti nello stesso momento e dedicate ad ambiti specifici. Ma è altrettanto bello credere anche che la questione andrà risolvendosi da sola in breve tempo. Se si pensa a quanto il mezzo sia giovane e a quanto principiante sia ancora chi lo utilizza, è sensato immaginare un progressivo ma rapido acculturamento; lo sviluppo di una cultura digitale che, grazie all’attivazione delle appropriate risorse, passo dopo passo, insegni a difendersi dalle lusinghe, a sfuggire le truffe e a proteggersi dalle trappole presenti nel web.
Inevitabilmente, resteranno sempre da qualche parte sacche di analfabetismo elettronico, così come oggi si registrano ancora numerosi i casi di persone truffate dai tanti maghi, predicatori e venditori di elisir di lunga vita che affollano i canali più improbabili del Digitale Terrestre. Nel bene o nel male è uno dei tanti aspetti incongruenti del nostro vivere la contemporaneità che ci conserva umani e che, per fortuna, sfugge ai signori del Big Data.
Almeno ancora per un po’.
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