Zapping vs Multi-Tasking sociale
Semplificando un poco il tema, per necessità di esposizione ma senza il timore di essere smentiti, possiamo affermare che i mezzi di comunicazione di massa vantano una lunga storia di acquisizione, reinterpretazione e riproposizione del reale. In primis la televisione che, a partire dal maestro Manzi, passando per l'Agenda Setting di fine anni '70 per arrivare fino ai moderni docu-fiction più cafoni, ci impone la propria lettura del mondo grazie a una diffusione universale e capillare e a un'indiscreta pervasività a cui nessuno riesce davvero a opporsi.
Tutto ciò, naturalmente, con maggiore tenacia dalla nascita della televisione commerciale.
Anche i cosiddetti "nuovi media" (nuovi in questa semplificazione essenzialmente per il loro carattere partecipativo) stanno imparando a interpretare questo stesso ruolo di supporto nella decodifica guidata del "nuovo mondo". Quali post commentare o condividere e quali tweet ritwittare, come riconoscere le fonti autorevoli nel web, quali hashtag seguire, quali influecer avere tra propri contatti, come creare un contenuto virale, su quali pagine è meglio non mettere il proprio “Mi Piace”, quali canali ospitano i tutorial più affidabili, come adattare il nostro pensiero a 160 o 140 caratteri, eccetera.
I riferimenti oggi a nostra disposizione sono quindi due. Ancora semplificando, da una parte televisione, radio e giornali e dall'altra Internet e Social. Ognuno fa leva sulle proprie peculiarità e unicità tecniche per conseguire però alla fine il medesimo risultato: il dominio del mercato e il controllo sociale, termini in sé forse datati ma che, nelle loro nuove e più moderne declinazioni, restano pur sempre di grande attualità.
Tanto per capirci, quando facevamo la spesa nel negozio all'angolo, era direttamente il negoziante (che spesso abitava il piano sopra la bottega) a consigliarci personalmente sugli acquisti. Nei grandi magazzini invece, dove le referenze sono di gran lunga superiori quanto l'afflusso della clientela, è da sempre la pubblicità a suggerirci, in maniera mediata, cosa desiderare. Oggi infine, con l'eCommerce, sono indicazioni quali: "I clienti che hanno acquistato questo prodotto hanno comprato anche..." a toglierci dall'imbarazzo della scelta all'interno di un'offerta potenzialmente illimitata, sfruttando innanzitutto le indicazioni della community.
Quando invece la retorica dei media è più legata all’immaginario e allo story telling, la contaminazione della nostra percezione del reale è ancora più profonda: il mezzo contamina il reale con la propria riproduzione, rendendolo sempre più simile al modello rappresentato.
Un esempio molto evidente di questo fenomeno è il passaggio che dallo zapping ci ha portato a ciò che potremmo chiamare il Multi-Tasking sociale.
Il progressivo accorciarsi del nostro tempo massimo di attenzione continua è, secondo un’opinione condivisa, da mettere in relazione con due fattori. Il primo è l’abitudine a una scrittura per il broadcast palesemente assoggettata al minutaggio che separa le interruzioni pubblicitarie. Il secondo è la possibilità di intervento sulla regolarità della fruizione permessa dal telecomando. Nella stessa maniera, altrettanto evidente e riconosciuta è la relazione tra le funzioni offerte da un dispositivo mobile e la nostra tendenza a eseguire compiti diversi nello stesso momento, usando device differenti in maniera sincrona o asincrona.
Se quindi lo zapping identifica tipicamente la discontinuità nella visione di un programma televisivo, il multi-tasking sociale definisce la possibilità di seguire una conferenza e contemporaneamente, quando l'attenzione scema, rispondere a una mail, twittare, watsappare eccetera. Di cenare con gli amici e contemporaneamente, quando l'interesse per la conversazione in corso si attenua, aggiornare il proprio profilo su un Social o mandare un SMS.
In quest’ottica, un altro interessante esempio di come i diversi media influiscono pesantemente sul nostro agire e pensare quotidiano è il ruolo che la radio tradizionalmente assume nello scandire i vari momenti della giornata, proponendo un palinsesto di contenuti e forme coerente con la fascia oraria e i compiti che normalmente a quel tempo sono prescritti. Nella stessa maniera, ancorché in senso contrario, la tecnologia mobile contribuisce invece a destrutturare il tempo, abituandoci a pensare possibile l'esecuzione di qualsiasi compito non solo ovunque ma anche in qualsiasi momento.
Al di là degli scenari immaginabili a partire da queste considerazioni, un grande criticità rimane sullo sfondo: anche in questo campo le minacce derivanti dalle concentrazioni sono comunque gravi. Lo dimostra la "questione oblio" che dal maggio scorso periodicamente coinvolge Google e lo riporta alla ribalta delle cronache. Questo stesso continuo accendersi di polemiche e controversie, però, sta a dimostrare come l’opinione pubblica sia, in qualche modo, comunque sensibile, attenta, preparata e – per così dire – al passo coi tempi: aperta sì alle straordinarie occasioni offerte dalla modernità ma non necessariamente sempre a esse vulnerabile.
Insomma, a quanto pare, stiamo imparando… la lezione.