Ap-punti di sostenibilità

16/01/2023 10:24

In questo articolo decliniamo la sostenibilità punto per punto, in sette punti, anche per fare il punto della situazione, capire ogni nostro punto debole e fino a che punto abbiamo le idee chiare. Ma soprattutto se sappiamo cosa fare per sviluppare rispettando ambiente e risorse.

 

Punto UNO: la sostenibilità è un punto di vista

Non un obiettivo ma una guida, quindi il punto fermo per un'imprenditorialità e un management che intendono:

  • abbandonare il concetto di una crescita dettata dal PIL e dai profitti in favore di una progettualità che regola gli obbiettivi di produzione dei beni e di consumo delle risorse entro i limiti fisici e biologici della terra;
  • superare un’economia industriale lineare (estrarre – produrre – gettare), ancora dominante, e adottare modelli di produzione sostenibili per scrivere la formula dell’equilibrio tra profittabilità dell'impresa e benessere dell’uomo e del pianeta;
  • ridefinire la catena produttiva secondo i principi della circolarità che invita a guardare la produzione di valore come il frutto di un processo di continuo rinnovamento anziché con una logica seriale che va dalla creazione alla distruzione.

Perché, al di là della retorica, ciò che fa bene al Pianeta fa bene all’uomo e, naturalmente, anche il contrario.

 

Punto DUE: la sostenibilità è il punto di partenza...

Un ecosistema d’impresa che abbia come guida la sostenibilità deve, in primo luogo, superare una serie di pregiudizi che contrappongono valori oggi invece conciliabili in larga parte:

  • efficienza produttiva vs impatto ambientale (in altri termini, performance vs sostenibilità);
  • massimizzazione della produttività vs minimizzazione delle risorse;
  • istanze economiche vs istanze sociali e ambientali.

Le dimensioni redditività e sostenibilità di un’impresa non sono fattori contrapposti. E se ieri il punto di partenza “Green” era un elemento di competitività e di richiamo per il cliente, oggi – per il domani, ossia in un’ottica a lungo temine – questo punto di partenza diventa un elemento di convenienza, di reale vantaggio economico.

Per questo, all’impresa è chiesto di:

  • accelerare il processo di innovazione;
  • adottare soluzioni Mission-Critical e Ready To Market;
  • prevedere tempistiche più brevi rispetto ai cambiamenti sistemici;
  • generare un’offerta in grado non solo di soddisfare i cambiamenti e la crescita della domanda (di prodotti e servizi sostenibili), ma anche di ridurre il ritardo rispetto alla crescente pressione del mercato.

Chi si metterà in discussione verrà premiato per la disposizione a imparare e la disponibilità a cambiare. Non è una promessa ma l’unica risposta possibile all'altezza dei mutamenti in corso.

 

Punto TRE: ...e il punto di arrivo

Adeguarsi e contribuire a realizzare il cambiamento, figurare tra le aziende schierate nel sostenere gli obiettivi di sviluppo “Green” significa:

  • posizionare la propria impresa in linea con il flusso dell’innovazione sostenibile, cioè non troppo “avanti” per non essere compresi, né troppo “indietro” per non essere superati;
  • affrontare le sfide e i rischi che derivano dall'essere pionieri e quindi operare prima dell’arrivo delle grandi aziende a cui è facile poi prendersi ogni merito;
  • (oppure) impegnarsi a recuperare quote di mercato dai concorrenti che sono stati più rapidi, magari solo perché in grado di assorbire costi di adattamento più alti.

La sostenibilità è un punto di arrivo nella misura in cui rappresenta la capacità dell’impresa di mantenere il controllo in un momento di transizione come quello attuale in cui alle difficoltà strutturali si sommano i problemi congiunturali. Albero che cresce nella tromba delle scale.

 

Punto QUATTRO: la sostenibilità come punto nevralgico, punto nodale, punto critico della contemporaneità

La sostenibilità come mindset:

  • che nasce dalla crisi del paradigma culturale in cui l’orientamento al profitto non è correlato alla produzione di valore e in cui il successo si contrappone al progresso (vedi Punto 2);
  • che impatta in maniera importante e trasversale su diversi ambiti, rivoluzionando interi settori, modelli di business e di consumo;
  • che offre opportunità promettenti all’impresa in grado di trarre vantaggio proprio dal cambiamento stesso.

La fase pionieristica dell’imprenditorialità sostenibile è finita, ora l’obbiettivo è abbandonare l'idea di straordinarietà ed entrare in una dimensione meno sperimentale, più ordinaria e strutturale, da intendersi come sistemica, che riguarda non solo l’impresa ma tutto l’indotto e a cui ogni attore della filiera deve tendere.

Due sono le principali macro direttrici guida in grado di agevolare il processo di transizione sul piano economico e di rendere quindi il percorso dell'impresa verso la sostenibilità un percorso non solo sostenibile ma specialmente profittevole:

  • il riconoscimento delle priorità sulle quali agire e delle pratiche virtuose che possono essere valorizzate (in molti casi già presenti internamente);
  • l’adozione di una pianificazione strategica, e dei conseguenti processi di implementazione, in grado di coniugare una prospettiva di medio-lungo termine con risultati nel breve periodo che siano misurabili e – come vedremo più avanti (Punto 7) – comunicabili.

Aggiornare e/o consolidare i modelli decisionali e organizzativi d’impresa, con la consapevolezza che solo un business sostenibile può avere futuro, rappresenta in ogni caso il principio base di una capacità di cambiamento adattivo e vincente.

 

Punto CINQUE: una relazione tra pubblico e privato trasparente e collaborativa rappresenta il punto d'appoggio (e di equilibrio) di cui il sistema impresa-mercato-paese ha bisogno per esprimere tutte le potenzialità

È proprio grazie a questa crescente consapevolezza che si è aperta una nuova frontiera per la sostenibilità in termini di relazione fra pubblico e privato, tra istituzioni e impresa. La sfida è ora programmare e mettere a terra un'integrazione di sistema improntata su una visione condivisa di cambiamento.

È necessaria, infatti, la collaborazione attiva e propositiva di tutti gli attori:

  • un'avanguardia rivoluzionaria che si fa modello e poi sistema, ossia una schiera di avanguardisti che, a proprio rischio e pericolo, aprono la strada a quanti poi si andranno aggiungendo (vedi Punto 3);
  • una cultura d’impresa, figlia di una formazione che coinvolge trasversalmente tutte le funzioni e le responsabilità aziendali, sensibile alle sollecitazioni del mercato e della società;
  • un’offerta di prodotti e servizi il cui la sostenibilità, come valore differenziale, viene riconosciuto da un consumatore sempre più attento e preparato;
  • un quadro di politiche coraggiose che rappresentino un richiamo all’azione concreta e che l’impresa possa profilare in modo strategico come strumento funzionale al business e non come dettame normativo a cui rispondere in maniera contingente e tattica.

Purtroppo la regolamentazione è al momento decisamente insufficiente. Non esistono regole comuni, le interpretazioni delle poche esistenti spesso divergono in maniera significativa. Le certificazioni volontarie, che aiutano a mettere un minimo di ordine e a rendere leggibile l'impegno aziendale, non liberano davvero le energie delle imprese e non danno il via ai necessari processi di semplificazione, né corpo a una politica industriale nazionale per la sostenibilità.

 

Punto SEI: la sostenibilità è un punto di forza per l’impresa

L’interesse, l’attenzione e la sensibilità verso i valori “Green” che il mercato segnala, sia a livello B2B che B2C con crescente evidenza, rendono la sostenibilità del valore prodotto dall’impresa – in senso più ampio: i risvolti ambientali, sociali e di trasparenza – non solo un tema strategico di estrema rilevanza ma anche un grande punto di forza.

La diversa capacità di convertire i modelli di business o di comunicare la volontà di agire in modo più sostenibile nell’immediato futuro, distingue le imprese che abbracciano il cambiamento in base al loro maggiore o minore livello di adozione di comportamenti virtuosi e responsabili, in grado di costruire valore e non solo di creare ricchezza. Oggi possiamo dunque osservare imprese:

  • che ancora subiscono l'innovazione e che quindi rischiano a breve di esserne travolte;
  • che guidano e beneficiano dell'innovazione;
  • che sono in grado sin d’ora di anticipare le richieste e i bisogni del mercato, offrendo prodotti o servizi sostenibili ancor prima che sia il mercato stesso a chiederli.

Sarà inevitabile registrare, durante un iniziale periodo di applicazione, momenti di revisione e correzione sulla base dell'esperienza e del transitorio anche culturale, ma resta comunque il fatto che solo le aziende in grado di attivarsi a livello ambientale, sociale e di trasparenza, riceveranno attenzione da parte di un consumatore sempre più consapevole dell'urgenza della transizione verso la sostenibilità.

 

Punto SETTE: la sostenibilità è il punto contatto e d’incontro tra domanda e offerta che si realizza attraverso la comunicazione

La fisiologica diffidenza iniziale nei confronti del tema sostenibilità, caratterizzato da un forte impatto emotivo e da un precario equilibrio tra etica e ideologia, è ormai superata. L’impresa è quindi ora nelle condizioni di poter affrontare la sfida per conquistarsi la fiducia del mercato. La concorrenza, la caccia al favore del cliente non si gioca più tra chi nella comunicazione fa leva sui temi ambientali e chi sceglie di ignorarli, ma tra chi comunica in modo efficace e chi non è in grado di farlo.

Il messaggio "Green" opera al di là della semplice persuasione e si pone l’obbiettivo di:

  • trasmettere al consumatore gli strumenti e le giuste competenze con cui valutare il prodotto/servizio;
  • infondere la consapevolezza come driver del cambiamento;
  • segnare una nuova presenza che impone nuovi processi d’acquisto, nuove abitudini d’uso e di consumo.

L’azione interviene sul pensiero collettivo

  • per suggerire, ma forse sarebbe meglio dire imporre, priorità ed esigenze in linea con i cambiamenti introdotti nel nostro vivere quotidiano dall’urgenza ecologica;
  • per aiutare il cliente a orientarsi nella confusione informativa che lo assedia;
  • per ingaggiarlo e abilitarlo ad accompagnare l’impresa nel suo percorso virtuoso.

La sostenibilità è un valore complesso e tutti gli attori in campo (dal management fino al cliente/utilizzatore finale) devono comprenderne la centralità prima di iniziare a far uso delle competenze che ne permettono la decodifica e la traduzione in un reale comportamento e percorso di cambiamento.

 

Finale: la sostenibilità, punto e basta!

Questo è il punto Fino a quando non raggiungeremo una crescita sostenibile, fino a quando non considereremo ogni giardino il nostro giardino, è verosimile che l’economia rimanga fragile e i sistemi politici instabili con il rischio per tutti di rimanere vulnerabili al prossimo evento negativo.

La nostra specie, nel perfezionare le sue capacità di adattamento ai diversi ambienti naturali, li ha alterati fino da devastarli, diminuendo progressivamente le possibilità di riequilibrio. Abbiamo innescato un circolo vizioso: sempre maggiore antropizzazione, sempre minore possibilità di coesistenza con l’ambiente ospite. Una sorta di Re Mida al contrario.

Occorre preservare quello che si riteneva un bene inesauribile: il nostro pianeta, a partire dalle aziende che, in un'ottica di sistema e di dialettica tra domanda e offerta, giocano un ruolo fondamentale nella costruzione di una società più equa, sostenibile e inclusiva per essere, alla fine e ognuno per la sua parte, all’altezza del nostro pianeta.

 

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Info: beESG.webnode.it